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Red 1 febbraio 2005
Carlo Sechi dice «no alla spettacolarizzazione della Settimana Santa»
«Pensare di trasformare in spettacolo uno dei momenti più alti della nostra religiosità popolare così amato e sentito proprio da tutti gli algheresi, anche se con il nobile intento di favorire i flussi turistici per Alghero, credo sia un fatto assurdo e che superi ogni misura»
Carlo Sechi dice «no alla spettacolarizzazione della Settimana Santa»

ALGHERO - Carlo Sechi, consigliere di Alghero Viva, interviene in merito alla notizia che annuncia una disponibilità della Regione Sardegna a sostenere il “grande evento” della Settimana Santa di Alghero con finanziamento del programma operativo regionale che prevede un investimento pari a 545.827,60 euro. «Questa notizia ha suscitato in me e molti cittadini stupore ed una certa indignazione» ha commentato Sechi.
Con una lettera indirizzata a Mons. Antonio Vacca, al Sindaco Marco Tedde, al Presidente Renato Soru, all’assessore regionale alla cultura Elisabetta Pilia e all’assessore regionale al turismo Luisanna Depau, Sechi afferma che «da alcuni anni molte Amministrazioni locali sarde ed alcune Aziende Autonome di Soggiorno, Turismo e Cura della Sardegna, con la piena disponibilità dei vari Assessorati regionali hanno varato e sostenuto, non so se in accordo con le Istituzioni Ecclesistiche, molti eventi religiosi quali manifestazioni e spettacoli a sostegno del turismo, annunciati da roboanti conferenze stampa. E’ evidente –continua Sechi - che in assenza di una precisa programmazione a livello regionale e locale per una valida offerta turistica, gli Amministratori locali sono costretti ad utilizzare impropriamente eventi e celebrazioni che appartengono al mondo religioso e alle tradizioni popolari riconducibili ad esso, che è opportuno rispettare e non stravolgere. Pensare di trasformare in spettacolo uno dei momenti più alti della nostra religiosità popolare così amato e sentito proprio da tutti gli algheresi, anche se con il nobile intento di favorire i flussi turistici per Alghero, credo sia un fatto assurdo e che superi ogni misura».
Sechi ritiene che sia un progetto pericoloso che domani potrebbe portare a giustificare altre estemporanee iniziative. «La Settimana Santa di Alghero – si legge nella lettera - non ha nulla a che vedere con altri eventi come la Cavalcata sarda, ma neanche con le festose “Faradda” dei Candelieri, Sagra di S. Efisio, Festa del Redentore. Negli anni passati abbiamo subito la presenza folkloristica, fortunatamente rientrata anche per le proteste dei cittadini, di centurioni romani che distribuivano caramelle lungo le processioni, abbiamo subito la presenza di uova di cartapesta per assecondare qualche pubblico esercente, la barbarie contro le colombe bianche simbolo di pace terrorizzate dagli spari dei cacciatori; si continua a subire il via vai di turisti fotografi, cineoperatori e videoperatori fai da te, richiamati da annunci pubblicitari, che disturbano, e non poco, le funzioni religiose, il raccoglimento e la preghiera della Domenica delle Palme, alla Consacrazione degli Oli, alla Messa di Coena Domini, alla Lavanda dei piedi, e alla Benedizione del Fuoco ed altre.
Le civilissime comunità ebraiche e Musulmane durante le loro funzioni ed i loro riti non consentono alle persone di diversa fede accesso nelle sinagoghe e nelle moschee ed esigono rispetto dei loro riti e delle loro funzioni».
Sechi si chiede ancora «come si sia potuto giungere a elaborare un progetto che, di fatto, mortifica ulteriormente la Settimana Santa di Alghero, riducendola a spettacolo e a manifestazione folkloristica di promozione turistica, addirittura con la sistemazione di tribune che snaturerebbero definitivamente il senso e la partecipazione. Mi pare che questo equivarrebbe a un punto di non ritorno dalla fede allo spettacolo. Sarebbe opportuno per il rispetto dei fedeli e della comunità algherese riflettere e far più di un passo indietro, ripensando e ritornando al significato della Passione e della Pasqua. La Chiesa algherese e la Chiesa sarda devono riappropriarsi del ruolo che spetta loro e vigilare sull’estemporaneità di tante iniziative.
Molte possono essere le idee da proporre – conclude Carlo Sechi - per promuovere il turismo in Alghero, senza offendere chi con fede e convinzione frequenta la chiesa tutto l’anno e non solamente in occasione dei “grandi eventi”».



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