Red
10 febbraio 2005
Cacciatori di volatili e cacciatori di consensi
«La caccia – afferma Chicco Porcu - se sfruttata in maniera ecocompatibile, può diventare fonte di reddito e di turismo e potrebbe risarcire la società del suo costo ambientale in termini di reddito e di lavoro»

ALGHERO – Il Consigliere di Progetto Sardgna, Chicco Porcu, interviene con una nota sulla deroga del periodo venatorio. «Ogni anno, puntuale a febbraio, si ripete il tormentone della richiesta di allungamento della stagione venatoria. E ogni volta si sprecano – afferma Porcu - le prese di posizione dei rappresentanti politici sardi e i tentativi di allungare il periodo venatorio con una deroga. L’assessore regionale all’Ambiente Tonino Dessì non ha potuto far altro che negare questa deroga, in quanto non compatibile con la normativa nazionale, la legge quadro 157/92, e con le direttive comunitarie. Viene il sospetto che, in mezzo a quelli che continuano a richiedere la caccia in deroga alla normativa, ci sia chi vorrebbe andare a caccia di volatili e chi di facile consenso elettorale.
Infatti, schierarsi dalla parte dei cacciatori – continua il consigliere di Progetto Sardegna - non costa nulla e, nel momento di un eventuale rifiuto delle loro richieste, si può sempre attaccare l’Assessore all’Ambiente e lanciare allo stesso tempo le trite e ritrite accuse di estremismo ambientalista e di scarsa autonomia da Roma.
La caccia è una attività tradizionale che può essere compatibile con il rispetto dell’ambiente e del prossimo. Ma comporta dei costi. Costi sia sull’ambiente sia sulla libera fruizione del territorio da parte di cittadini, che svolgono altre attività in campagna o che si riposano lontano dallo stress cittadino. La pressione antropica ha impatto sulle specie animali e sull’inquinamento del territorio, disseminato di rifiuti di plastica e piombo.
La caccia – conclude Porcu - se sfruttata in maniera ecocompatibile, può diventare fonte di reddito e di turismo e potrebbe risarcire la società del suo costo ambientale in termini di reddito e di lavoro. Questi sono i punti su cui la politica regionale deve lavorare: una buona gestione dei Parchi e delle aree naturali regolamentate e lo sviluppo del turismo venatorio e naturalistico (all’interno, per esempio, di aziende agrituristiche venatorie). Sono queste le basi su cui si dovrebbe costruire un progetto di sviluppo delle attività venatorie, e non sulla richiesta di due giornate in più per sparare a merli e a tordi»
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