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Red 1 marzo 2005
Lotta alla lingua blu: parte la campagna di vaccinazione
Nell’isola si potranno dunque somministrare solo i sierotipi 2 e 4 (il 9 non è in fatti in circolazione) che hanno effetti collaterali minimi rispetto al vaccino trivalente
Lotta alla lingua blu: parte la campagna di vaccinazione

CAGLIARI - Per la lotta alla lingua blu il Ministero alla Salute non ha autorizzato l’utilizzo del vaccino spento ma con la sua mobilitazione la Regione Sardegna ha ottenuto che agli animali non venga più somministrato il sierotipo 16, quello che finora ha causato più danni. La nuova campagna vaccinale verrà comunque condotta solo con il consenso informato degli allevatori. Inoltre per combattere il morbo la Regione propone una strategia articolata. Partirà infatti nei prossimi giorni una campagna di sensibilizzazione rivolta agli allevatori perché con pochi accorgimenti bonifichino le loro aziende, limitando così il propagarsi del Culicoides, l’insetto che trasporta la febbre catarrale degli ovini. La Regione punta sulla prevenzione diretta e si appresta a cambiare il suo atteggiamento, perché in futuro cercherà di premiare gli allevatori che non hanno capi malati piuttosto che risarcire le aziende colpite dal virus della lingua blu.
Queste novità sono state illustrate oggi in due distinte riunioni dall’assessore regionale alla Sanità Nerina Dirindin alle associazioni di categoria. Agli incontri hanno preso parte i rappresentanti dell’Ara (Associazione Regionale Allevatori), quelle agricole (Coldiretti, Cia e Confagricoltura) e i responsabili dei servizi veterinari di tutte le Asl.
«Puntavamo a poter utilizzare da subito il vaccino spento, che può essere somministrato in qualunque periodo dell’anno e non presenta effetti collaterali”, spiega l’assessore, “ma il Ministero per ben due volte ci ha negato questa possibilità e ci ha imposto con una ordinanza l’utilizzo dei sierotipo trivalente. Dopo le nostre proteste, siamo riusciti comunque ad ottenere che a livello nazionale non venga più utilizzato il sierotipo 16, quello che si è rivelato più dannoso per la salute degli animali».
Nell’isola si potranno dunque somministrare solo i sierotipi 2 e 4 (il 9 non è in fatti in circolazione) che hanno effetti collaterali minimi rispetto al vaccino trivalente.
L’ordinanza dei ministri Sirchia e Alemanno non può essere disattesa dalla Regione. Se non si vaccinassero i capi si andrebbe incontro ad un picco epidemico per il quale non sono previsti rimborsi né dallo Stato né dall’Unione Europea, si rischierebbe il blocco della movimentazione ed una causa contro la Regione per diffusione di malattia infettiva.
L’emergenza lingua blu non può comunque essere affrontata solo attraverso la vaccinazione dei capi ovicaprini. Per questo l’assessorato ha proposto alle associazioni di categoria una campagna di sensibilizzazione ed informazione, frutto degli studi portati avanti in questi anni dagli atenei isolani, presentata il piano è stato il professor Costantino Palmas, docente di parassitologia all’Università di Cagliari.



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