In cella sette albanesi e un algherese. Accusati, a vario titolo, di commercio, trasporto e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Tutte le immagini della conferenza stampa in Questura
ALGHERO - Maxi-operazione antidroga iniziata dal marzo scorso e condotta dagli uomini del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Alghero, coordinati da Valter Cossu, con la collaborazione dei Commissariati di Alessandria, Bologna, Milano e Vercelli. Otto le persone fermate con l'accusa, a vario titolo, di commercio, trasporto e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
Coordinate dal Tribunale di Sassari, su disposizione del Pubblico Ministero Giovanni Caria, all'alba di ieri sono state arrestate otto persone, in esecuzione di altrettante ordinanze di custodia cautelare in carcere. Si tratta di sette cittadini albanesi, compresi fra i 50 e 20 anni di età, e un algherese, Giovanni Mario Carta 33enne, ritenuto dagli inquirenti il destinatario per il traffico del nord Sardegna. Tutti i dettagli sono stati resi noti questa mattina durante una conferenza stampa presso la Questura di Sassari.
Le indagini hanno avuto inizio dal marzo scorso, quando gli uomini del Commissariato di Alghero hanno fermato alle porte di Sassari un furgone sbarcato con una nave dal porto di Genova, e proveniente da Olbia. A bordo un 42enne, Francesco Speranza, (che si trova ancora a San Sebastiano) e nell'intercapedine dei parafanghi tre chili di eroina divisa in tre panetti. Gli accertamenti investigativi svolti immediatamento dopo il fermo si sono concentrati sulle liste passeggeri dei porti e degli aeroporti della provincia, consentendo di appurare che Speranza non era giunto da solo nell'isola.
La stessa mattina, infatti, presso l'aeroporto di Alghero era giunto un cittadino albanese, Skeja Ardian 33 enne - già noto alle forze dell'ordine è gia' espulso dal Prefetto di Sassari tramite l'Ufficio Immigrazione della Questura nello scorso 2009 - che attendeva Speranza nel centro commerciale Auchan nella periferia sassarese, come si è appurato dalla visione dei filmati audiovisivi del sistema di sicurezza della struttura.
Poi l'esame del traffico telefonico ha consentito di ricostruire i legami tra i diversi interlocutori, ricongiungendo indirettamente i due complici, e successivamente una rete di maglie tutte albanesi stanziate nelle province di Alessandria, Bologna, Milano, Vercelli e Varese fino al destinatario della partita, l'algherese Giovanni Carta.