Red
11 gennaio 2012
Usai dà l´allarme: nuovi casi di Trichinella
Ad accertare la presenza del parassita è stato il Dipartimento territoriale dell’Istituto Zooprofilattico della Sardegna. Il direttore dell’Izs Antonello Usai: «Il cinquanta per cento dei campioni raccolti nell’area critica del Supramonte di Orgosolo è risultato positivo ai test»

SASSARI - L’istituto Zooprofilattico della Sardegna ha accertato due nuovi casi di positività alla Trichinella nelle volpi cacciate nel Supramonte di Orgosolo. Ad avere la conferma della presenza del parassita è stato il Dipartimento territoriale Izs di Nuoro, che ha identificato la specie Trichinella britovi nei campioni di animali abbattuti nel corso del fine settimana. «A distanza di un mese dal primo episodio, due casi su due hanno dato esito positivo ai controlli», dice il responsabile del Dipartimento Izs di Nuoro, Ennio Bandino.
«Questo significa che è in atto un ciclo selvatico del parassita che rende molto più difficile la sua eradicazione – aggiunge preoccupato il direttore generale dell’Istituto Zooprofilattico, Antonello Usai. Infatti, le volpi sono il principale serbatoio di Trichinella britovi, che nei loro muscoli può rimanere viva per anni. Perciò – continua-, la presenza di carcasse di volpe, che diventano cibo per i maiali bradi, rischia di innescare un effetto a catena nel Supramonte. Ecco perché rivolgiamo un appello ai cacciatori affinché non abbandonino gli animali uccisi in montagna e ci consegnino i campioni delle volpi catturate, così da definire una mappa della diffusione del parassita sul territorio».
I dati. Il primo focolaio di trichinellosi in Sardegna è stato registrato nel 2005. Da quella data a oggi l’Istituto Zooprofilattico “Pegreffi” ha esaminato più di 150mila campioni di carne, di cui 124.800 suini circa, 15mila dei quali destinati alla macellazione ad uso familiare. Nel corso dell’ultima campagna venatoria, grazie ad una maggiore partecipazione delle compagnie di caccia, il Dipartimento Izs di Nuoro ha potuto intensificare i controlli sugli animali selvatici. Così si è passati da 519 campioni di cinghiale e 1 di volpe, conferiti nel 2010-2011, a 1182 campioni di cinghiale e 34 di volpe nella campagna ancora in corso.
«Il dato allarmante – conclude però Antonello Usai - è che una volpe su due cacciata nell’area critica del Supramonte di Orgosolo è infestata dalle larve di Trichinella. Perciò, se non vogliamo compromettere definitivamente la lotta al parassita, dobbiamo sensibilizzare la popolazione a segnalare ai servizi competenti la presenza delle carcasse di volpe in campagna o sulle strade e a sottoporre a controllo tutta la carne suina e gli insaccati destinati al consumo domestico, perché solo con gli esami si possono evitare pericolosi rischi per la salute». La circolazione dei maiali allo stato brado rappresenta un pericolo anche per la diffusione della peste suina. Per ridurre il rischio di contagio, i vertici dello Zooprofilattico raccomandano il rispetto dei decreti regionali e delle norme sanitarie in materia.
Nella foto: il direttore dell’Izs Antonello Usai
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