Antonio Sini
11 gennaio 2012
Ad Alghero il pallone è sgonfio
Squadre che militano nel campionato di Eccellenza seguite da pochi tifosi. Crisi o voglia di nuovo? C´è da interrogarsi prima che sia troppo tardi

ALGHERO - Il pallone ad Alghero si è sgonfiato? A vedere le presenze in tribuna domenica scorsa parrebbe proprio di si. Al fischio d’inizio dell’arbitro, in tribuna (coperta) si contavano 98 presenze. Va bene che la tribuna non da il massimo del comfort, va anche bene che c’era un po di freddo, ma siamo in presenza di numeri davvero fallimentari. In campo 1945 Alghero e Sanluri. La prima squadra terza in classifica in piena lotta play-off. Ma agli algheresi pare proprio non importagli nulla.
L’apatia per il calcio in genere si sta palesando in maniera eclatante. Cercare i motivi di tanto disamore è impresa ardua da consegnare ad esperti lettori del fenomeno. Il calcio che appassiona, che unisce, pare che ad Alghero sia diventato un sogno. Che si stia pagando lo scotto della scomparsa dell’Alghero calcio tot court è indiscutibile, ma la rinascita attraverso la fondazione del 1945 Alghero (ex La Palma), pare non sia tata metabolizzata a dovere. E considerato che un campionato di Eccellenza regionale costa davvero una cifra importante, si parla di oltre 200 mila euro, conti alla mano i dirigenti, quelli che versano quattrini nella società, o sono santi a sono squattrinati.
Niente dei due. Sono persone normali che però iniziano a preoccuparsi. Un distacco così grande dalla squadra che rappresenta la città, che gioca al cospetto di uno sparuto gruppo di irriducibili della pedata domenicale, non è comprensibile e soprattutto non trova giustificazioni di sorta. E quando si comincia a fare i conti con la vile moneta, che comunque serve ad onorare gli impegni presi con i giocatori, qualcuno storce la bocca, qualche altro perde il sonno. A voler essere magnanimi, la presenza di pubblico, spalmata per tutto il campionato, non riesce a pagare un quarto della spesa totale di gestione. I conti insomma, non tornano.
E se in casa 1945 Alghero non si piange lo si fa per pudore, in casa Fertilia la musica è la stessa, con lo spartito uguale. Due squadre in Eccellenza ad Alghero sono troppe? Qualcuno comincia a sussurrarlo senza temere la smentita. La crisi economica, avvinghia un po ovunque e su tutti, nessuno può permettersi di spendere come ai “vecchi tempi”, quando gli sponsor c’erano perché gli affari giravano e quindi i contributi a sostegno delle squadre arrivavano. Oggi la desolazione e la solitudine che accompagna le squadre algheresi nel massimo campionato di calcio regionale, impongono una riflessione, seria e ponderata, non figlia dell’emotività e dettata da questa. E la domanda conseguente è semplice: a chi conviene difendere il proprio steccato, e continuare nella forsennata corsa allo spreco di energie e di risorse monetarie? Considerato che ad Alghero il pallone si è sgonfiato, per far tornare il calcio che appassiona bisogna essere ambiziosi, programmare e puntare a uscire dalle sabbie mobili di un anonimato che rende tutto precario se non anche mediocre.
Nella foto: la desolante tribuna del Mariotti
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