Red
3 marzo 2012
Peste suina, 8mila capi bloccati
Nuova recrudescenza della peste suina africana in Goceano. Nel mirino duecento aziende. Gli specialisti guidati da Francesco Sgarangella hanno accertato la presenza in un allevamento di Bultei di 5 capi con sintomatologia riferibile alle pesti

SASSARI – Duecento aziende suinicole bloccate, per un totale che supera gli 8000 capi, è il triste bilancio di una nuova recrudescenza della peste suina africana in Goceano. La presenza di un nuovo focolaio di peste suina africana nel comune di Bultei è stata confermata proprio nei giorni scorsi in un'azienda a conduzione familiare situata in località “Pedra e Battile”. L’allevatore - hanno fatto sapere i veterinari dell'Asl di Sassari - al manifestarsi dei primi sintomi ha avvisato il servizio veterinario di Sanità animale di via Rizzeddu che è prontamente intervenuto.
Gli specialisti guidati da Francesco Sgarangella hanno accertato la presenza nell'allevamento di 5 capi, di cui uno morto e uno con sintomatologia riferibile alle pesti, e hanno effettuato tutti i campionamenti necessari a confermare la malattia. Le analisi effettuate dall’Istituto zooprofilattico della Sardegna hanno avuto esito positivo e immediatamente è stata convocata l’unità di crisi locale per porre in essere tutte le procedure necessarie a estinguere il focolaio e a definire le zone e gli allevamenti da sottoporre a vincolo sanitario.
Gli undici capi presenti nel focolaio sono stati già abbattuti ed è stata effettuata la pulizia e disinfezione dell’allevamento. L’area da sottoporre a controllo comprende una “zona di protezione” di 3 chilometri di raggio, all’interno della quale sono presenti 36 aziende suinicole del comune di Anela e Bultei, contenuta a sua volta in una più ampia “zona di sorveglianza” che arriva fino a 10 chilometri. Quest'ultima area, nella quale sono presenti 182 aziende suinicole, comprende oltre al resto dei territori di Bultei e Anela, anche parte dei comuni di Benetutti, Bono, Bottida, Burgos, Nule. Le zone di vincolo sono comunque totalmente comprese nel territorio della Asl di Sassari.
All’interno delle zone di vincolo è vietata la movimentazione degli animali e il servizio veterinario effettuerà visite cliniche e eventuali campioni di sangue per escludere la diffusione della malattia.
Tutti gli allevatori interessati sono stati allertati immediatamente attraverso il “sistema Sms Alert” di cui è dotato il servizio veterinario della Asl di Sassari. Il sistema consente, attraverso l’invio di un messaggio telefonico agli allevatori interessati, il blocco della movimentazione degli animali, riducendo il rischio di diffusione della malattia.
Severo il commento del direttore del dipartimento di prevenzione e del Servizio di Sanità animale Francesco Sgarangella. «Ci risiamo, non facciamo in tempo a estinguere i focolai e revocare le zone di vincolo che si ripresenta una nuova epidemia. È ora di adottare misure davvero drastiche, non si può continuare così. Il centro della Sardegna – afferma – è ormai una zona dove il virus è endemizzato e le continue incursioni del virus, attraverso movimentazioni non controllate e somministrazione di residui alimentari infetti, stanno creando una situazione insostenibile». «Gli sforzi dell'amministrazione regionale e dei Servizi veterinari delle Asl – prosegue Francesco Sgarangella – vengono vanificati da comportamenti e consuetudini che non sono compatibili con la situazione di emergenza in cui si trova la nostra isola».
Da qui una serie proposte che consentano anche di non mettere in crisi il sistema economico. «Sarebbe necessario attivare un'anagrafe individuale dei suini – riprende il direttore del Servizio di Sanità animale – quindi eliminare il pascolo brado e semi brado ad alto rischio. Poi ancora creare un vuoto biologico nelle aree ad altro rischio per almeno 5 anni e consentire corridoi sanitari alle sole aziende che danno garanzia di alta biosicurezza». «Ecco allora – conclude Francesco Sgarangella – che si potrebbero dare premi a chi alleva secondo le regole e garantisce una filiera del suinetto sicura e, infine, implementare le macellazioni uso famiglia».
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