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P.P. 4 aprile 2012
Peste suina, nuovi casi
Unità di crisi
Registrati nuovi focolai di peste suina africana distribuiti tra Goceano, Villanova, Monteleone e Ittiri. Convocata dall´Asl di Sassari, l´unità di crisi locale, nell´incontro avvenuto a Bono
Peste suina, nuovi casi. Unità di crisi

SASSARI - Due nuovi focolai di peste suina africana decisamente inattesi e, per giunta, in zone nelle quali i veterinari non si aspettavano la comparsa. Il primo è stato registrato a Ittiri e il secondo a Frida (comune di Illorai), nelle tenute del dipartimento di produzione animale dell’Agris dove, con un progetto sperimentale, si allevano suini selezionati per la valorizzazione della razza sarda.
Nel primo focolaio oggi i veterinari erano già all’opera per le operazioni di abbattimento. Nel secondo caso, invece, sono in atto i controlli per capire come si sia potuto verificare un focolaio di peste suina africana in un allevamento moderno e considerato di eccellenza. Un’azienda nella quale, da anni, i circa 180 animali vengono allevati con parametri rigidi, allo stato semi-brado, all’interno di recinti e con tutti i requisiti di biosicurezza.

La notizia dei due nuovi focolai è stata comunicata questa mattina, 4 aprile 2012 a Bono, durante la riunione dell’Unità di crisi locale per la peste suina africana, convocata dalla Asl di Sassari. L’incontro, presieduto dal responsabile del Servizio di Sanità animale dell’Asl sassarese, Francesco Sgarangella, ha visto la partecipazione di numerosi amministratori dei comuni interessati dall’epidemia, quindi rappresentanti della Provincia di Sassari, il comandante dei carabinieri di Bono, capitano Giampiero Lampis, e rappresentanti dell’Izs, Ente foreste e Corpo forestale, Cia e Confagricoltura.

«Siamo davanti alla presenza di 5 focolai di peste suina africana – ha detto Francesco Sgarangella – distribuiti tra Goceano, Villanova Monteleone e Ittiri. Siamo impegnati da anni sulla peste suina e attualmente il virus si mostra particolarmente virulento, determinando un’alta mortalità tra gli animali. Ad alimentare la diffusione sono le movimentazioni irregolari degli animali, l’alimentazione dei maiali con derrate alimentari infette, quindi la presenza di suini al pascolo brado non autorizzato». Secondo il responsabile del servizio di sanità animale occorrono misure drastiche e rigorose. Salvatore Bellu, veterinario referente per il Goceano, ha fatto presente come i cinghiali siano degli ottimi indicatori della malattia sul territorio e ha ricordato i casi registrati nella zona.

Il sindaco di Bono, Piero Molotzu, quindi ha chiesto il potenziamento dei servizi veterinari nel Goceano. Il veterinario Daniela Marongiu, referente del settore prevenzione della Sanità animale ha ricordato come l’Unione europea tenga sotto stretta vigilanza la questione, per il timore che la malattia possa, passando dall’isola al continente, propagarsi nel resto d’Europa. «Una evenienza che non si è verificata in questi anni – ha detto – anche grazie all’attività svolta dai veterinari in tutta la regione».

A conclusione della riunione è stato approvato un documento dell’unità di crisi locale, da inviare all’assessorato regionale per la Sanità, nel quale sono stati inseriti diverse richieste. Tra queste l’avvio di un’anagrafe individuale dei suini, l’eliminazione del pascolo brado, finanziamenti agli allevatori per le recinzioni, la creazione di un vuoto biologico nelle aree demaniali per almeno 5 anni, corridoi sanitari alle sole aziende che diano garanzia di alta biosicurezza, premi a chi alleva secondo le regole e garantisce una filiera del suinetto sicura e, infine, l’implementazione delle macellazioni uso famiglia.



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