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Stefano Idili 15 aprile 2005
«Il costruito nell’ex-area Giordo è abusivo»
I consiglieri di centro-sinistra Montalto, Tilloca, Sechi, Cherchi, Bassu, Armani e Curedda, con una missiva indirizzata al Sindaco, all’assessore Usai, al Dirigente Era, al Procuratore della Repubblica Porcheddu e a quello della Corte dei Conti, evidenziano un fatto molto grave
«Il costruito nell’ex-area Giordo è abusivo»

ALGHERO - La Sofingi ha fatto sapere, alcuni giorni orsono, che il “nuovo” progetto dell’ex-area Giordo è stato presentato agli Uffici Comunali di ristrutturazione urbanistica e, con tale progetto, l’impresa ha informato che intende adeguarsi alle prescrizioni del piano particolareggiato del Centro storico ed alle prescrizioni del bando di gara così come approvato con deliberazione G.M. del 03.02.2000 n°14. I consiglieri di centro-sinistra Montalto, Tilloca, Sechi, Cherchi, Bassu, Armani e Curedda, con una missiva indirizzata al Sindaco, all’assessore Usai, al Dirigente Era, al Procuratore della Repubblica Porcheddu e a quello della Corte dei Conti, evidenziano un fatto molto grave. Infatti, secondo i consiglieri firmatari, la costruzione che sorge nell’ex-aera Giordo, ad oggi, non ha concessione edilizia e le perizie d’ufficio disposte dai Giudici hanno rilevato che si opera in una situazione di assenza di concessione, cioè «il costruito è abusivo». Per i consiglieri, tutti i soggetti a cui è indirizzata la lettera comprendono quali siano le conseguenze che tali affermazioni comportano e quali atti le debbono necessariamente assumere in forza della loro veste istituzionale. «Quanto entusiasticamente affermato di perseguire - nella realizzazione del progetto - potrebbe costituire un male maggiore e certamente un impedimento alla soluzione del problema, con buona pace di coloro,commercianti compresi, che hanno necessità che la vicenda venga avviata rapidamente a conclusione. Infatti il Sindaco di Alghero, che a tutt’oggi ha omesso ogni provvedimento di fronte all’inerzia unilaterale dell’impresa per oltre nove mesi dalla scadenza contrattuale, non può rimanere ancora inerte di fronte ad una palese dichiarazione della parte, che candidamente confessa che il progetto, attualmente agli atti contrattuali, non è quello che avrebbe dovuto conformarsi ai deliberati pubblici di gara». I rappresentanti politici di centro-sinistra evidenziano che il Sindaco non può consentire che un comportamento arbitrario e intenzionalmente affrancato da precise regole del procedimento amministrativo, rimanga senza risposta della Pubblica Amministrazione. «Il Sindaco di Alghero non può continuare ad ignorare tutte le segnalazioni che gli sono state rivolte, anche ex art.328 C.P., e, senza neppure fare riferimento ai responsabili del procedimento per una puntuale verifica dell’iter amministrativo, lasciare che si proceda come se nulla fosse avvenuto nel frattempo».
Nel proseguo Claudio Montalto e gli altri firmatari non reputano possibile che l’Assessore all’edilizia Privata, i componenti della Commissione Edilizia, ma soprattutto il dirigente ed il tecnico istruttore, non sappiano, «perché non lo ignorano», che il caso in questione «deve essere inquadrato fra quelli eventualmente previsti per l’esame di un accertamento di conformità, visto che ci troviamo di fronte ad una costruzione che ad oggi non ha concessione edilizia in atto, in quanto la prima concessione era stata revocata e la seconda rilasciata dal dirigente senza che vi sia stato un nuovo iter autorizzatorio (non ha avuto il conforto della commissione edilizia e dell’UTP )». Le perizie d’ufficio disposte dai Giudici hanno affermato che «siamo in una situazione di assenza di concessione, ergo il costruito è abusivo, ergo allo stato, non può essere superato l’ostacolo derivante dalla legge Urbani che all’art.146 prevede che “l’autorizzazione paesaggistica non può essere rilasciata in sanatoria successivamente alla realizzazione anche parziale degli interventi”». In conclusione gli esponenti di centro-sinistra enumerano i motivi principali che hanno portato alla compilazione del documento, da sottoporre alle autorità competenti. «Il progetto presentato per la gara, non sottoscritto dalla Commissione Aggiudicatrice, lascia incertezza sulla individuazione del progetto presentato; il progetto esecutivo presentato alla commissione edilizia è diverso dal progetto presentato per la gara; l’elaborazioni progettuali allegati al contratto pubblico sono diversi da quelli presentati per la gara e tuttavia dichiarati dalle parti conformi allo stesso; c’è stata la decorrenza e scadenza dei termini contrattuali senza che l’opera sia conclusa e senza che siano state consegnate le opere da oltre nove mesi, con omissione di qualsiasi sollecitazione o messa in mora da parte del responsabile del procedimento, ovvero in assenza (pare) della sua indicazione, dal Sindaco o da un suo delegato; la recente “confessione” da parte dell’impresa di aver presentato un nuovo progetto questa volta rispondente alle prescrizioni del Piano Particolareggiato merita di essere sostenuta o quantomeno esaminata dagli organi competenti con la dovuta sollecita attenzione, in quanto i sottoscritti consiglieri non possono essere lasciati soli a condurre una ormai irrinunciabile confronto in tema di tutela del pubblico interesse e del bene pubblico e dei principi di legalità che debbono sottendere ad ogni atto della Pubblica amminsitrazione».



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