S.A.
18 maggio 2012
66.251 firme per fermare Equitalia
Il deputato sardo, Mauro Pili, ha promosso la proposta di legge di iniziativa popolare per cambiare il sistema di riscossione nel nostro paese

CAGLIARI - «66.251 firme per fermare Equitalia e il sistema perverso di riscossione del nostro paese. Oltre 55 mila firme solo in Sardegna sinonimo di una crisi gravissima e di una mobilitazione imponente che ha raccolto molto dell’allarme economico e sociale che rischia di travolgere l’isola». Lo ha detto questo pomeriggio (venerdì) Mauro Pili, deputato sardo che ha promosso la proposta di legge di iniziativa popolare per cambiare il sistema di riscossione nel nostro paese, annunciando la presentazione giovedì sera alla Camera delle firme a supporto dell’iniziativa legislativa.
«La Camera dei Deputati – ha detto Pili - ora ha a disposizione due proposte di legge convergenti una parlamentare e una popolare. L’appello che rivolgiamo al Presidente della Camera è di rendere il parlamento protagonista di un’azione legislativa urgente e indispensabile al paese. Sulla coscienza delle istituzioni ci sono già troppi drammi e tutto questo non può essere ulteriormente sopportato». I punti principali della legge sono: una riscossione equiparata ai costi reali del servizio; la cancellazione degli oneri accessori; una parametrazione economica, sociale e territoriale; e delle norme che blocchino i procedimenti in corso.
Pili ricorda che: «in Sardegna sono fallite 2351 imprese e hanno lasciato inevaso un debito con lo Stato di un miliardo e duecento milioni. Soldi che lo Stato ha perso facendo fallire quelle imprese per colpa di una riscossione vessatoria che moltiplica per due, tre o quattro il costo iniziale del debito. Se valesse quella proporzione lo Stato rischia di perdere dai 50 ai 70 miliardi di euro per il fallimento delle imprese. A quella perdita vanno poi aggiunti il crollo del Pil per la scomparsa di quelle imprese e gli oneri sociali per tantissimi nuovi disoccupati».
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