Carlo Mannoni
30 aprile 2013
L'opinione di Carlo Mannoni
Bilancio povero, tesoro in Sfirs
La Regione si appresta ad approvare il bilancio per il 2013. Ho già scritto che è un bilancio virtuale per i forti vincoli del patto di stabilità che limitano i pagamenti e gli impegni di spesa a 2,510 miliardi (al netto della spesa sanitaria e dei fondi comunitari). Ho anche avanzato una proposta per ridurre di 1,2 miliardi, su Regione ed enti locali, i vincoli del patto stesso. Vorrei ora suggerire ai consiglieri che si accingono, da oggi, a discutere il documento contabile della Regione e relativa legge finanziaria, di soffermarsi sulla circostanza che giace presso la Sfirs un vero e "proprio "tesoro" non speso di fondi europei gestiti dalla Regione.
Tale "tesoro" ammonta a 275 milioni che corrispondono, per dare il senso della magnitudo finanziaria del problema, a 532 miliardi di vecchie lire. Do la distinta di tali fondi versati alla Sfirs tra il 2010 ed il 2012 : Fondo di garanzia piccole e medie imprese 233,199 milioni, Fondo Jessica aree urbane 35 milioni, Fondo Jessica energie alternative 35 milioni, Fondi venture capital 24,600 milioni, Fondo reindustrializzazione aree industriali 18 milioni.
I movimenti reali su tali fondi, ovvero le spese effettive, erano stati pari, al 31 dicembre 2012, a soli 70 milioni. Eppure per la contabilità dell'Unione Europea i versamenti alla Sfirs, per 345 milioni e 799 mila euro, risultano totalmente pagati e la giunta Cappellacci ne trae pubblico vanto. Insomma, in Sardegna abbiamo il malato che muore di sete che guarda disperato all'ampolla di vetro colma d'acqua cristallina a poca distanza da lui, ma chi dovrebbe farlo non gliene somministra, ogni tanto, se non qualche goccia. Per la contabilità regionale quell'acqua neanche esiste più così come il malato che quell'acqua, a leggere le carte, l'avrebbe bevuta tutta ed è, quindi, in buona salute.
|