Luigi Coppola
31 luglio 2005
Ad Alghero la danza libera di Footloose
Poche centinaia di spettatori per il primo flop Festivalguer. Corpo di ballo brillante solo nell’energica volontà degli “Amici” di Maria De Filippi. Buone individualità in uno spettacolo più commerciale che coreografico. Testo approssimato per un impianto voci non idoneo. Il pubblico si diverte, incoraggia gli interpreti, unendosi nel ballo finale da villaggio turistico

ALGHERO – Ren Mc Cornack e Ariel Moore, promessi sposi, uniti sul cammino della vita dall’amore per il ballo oltre che da comuni traversie psico sentimentali. La fiaba americana ambientata a Bormont, piccolo centro arroccato in un protezionismo provinciale misto di bullonismo e bigottismo metodista, va in scena all’arena Maria Pia, nell’allegra (anche troppo) sarabanda del Footloose. Quel che dovrebbe essere la versione musical teatrale del celebre film, riadattato con i contributi d’aspiranti stelle emergenti della prosa e della danza, si rivela qualcosa più vicino ad un battage da televendita che ad un coreografico corpo di ballo. A dire il vero i ragazzi (Francesco Capodacqua e Samantha Fantuazzi, sono Ren e Ariel, la coppia protagonista di ballerini innamorati), mettono in campo tutta la loro vitale energia. Ballano, cantano (in play back), recitano (poco e spesso goliardicamente) per due ore. Di stelle ce ne sono tante ma tutte visibili nel cielo blu dell’ultima notte torrida del luglio catalano. Sul palco il vociare è allegro, anche troppo, spesso sfocia nel chiasso, distorto anche da un approssimativo impianto voci oltre che da uno slang da teen ageers, in alcune circostanze, gratuitamente volgare. In ogni caso, le scenografie accettabili, evolvono una trama scorrevole che gravita intorno alle peripezie di Ren, giovane immigrato da Chicago, approdato nel piccolo paese. La sua gran colpa che lo pone al centro dell’interesse chiacchierato, spesso in veri e propri guai, è il grande amore per il ballo. Bandito insieme con ogni aggregazione godereccia giovanile che possa dare alla testa, in tutto il perimetro cittadino da oltre cinque anni. Tanto è il tempo che separa la comunità del luogo da una terribile disgrazia, dove trovarono la morte, quattro giovani di belle speranze, un po’ brilli, di ritorno da una prolungata festa. Fra le vittime, Bobby, figlio del rigido ed integerrimo reverendo Moore, pastore metodista della comunità e padre d’Ariel, ribelle fanciulla, imprigionata nella gabbie di leggi e coprifuochi paterni, regolarmente ricordati nei sermoni domenicali. La ragazza, nella continua ricerca del principe azzurro, è pronta a facili evasioni oltre a sognate fughe dal luogo natio. Il muro d’incomunicabilità che la frappone al genitore ed alle istituzioni locali (scuola, chiesa) che le impedisce di librare in volo, sarà sbriciolato, non senza fatica, dall’innovativa volitività di Ren, capace d’invertire la rotta, al timone della conduzione morale del territorio. La città soffoca nel ricordo della sciagura e Ren canta “…vinci solo se sei libero…ogni giorno è sempre più magico…”. Con l’aiuto di Wilhard, impacciato ragazzone, eterno mammone e primo supporter del giovane ballerino e della madre d’Ariel, Ren convincerà i guru municipali, custodi della moralità e dell’integrità giovanile di Bormont che “ballare non è un crimine”. Finalmente il treno che spezza la notte col suo fischio di terrore non sarà più un incubo per Ariel: i graffiti e le poesie dedicate al fratello scomparso, saranno rimpiazzate dagli abbracci e dalle effusioni strette nella danza liberatoria di tutti i ragazzi di Bormont. Il dado è tratto: pure gli adulti, dal riottoso reverendo al preside del liceo sino ai genitori e parenti dei ragazzi, sciolgono in pista, le invisibili catene del proibizionismo. Variopinti smoking e sgargianti corpetti affollano il palco per la danza finale. Epilogo prevedibile, diviso fra il vigore atletico ed il caramelloso patetico degl’aspiranti “saranno famosi” che non hanno risparmiato la voglia d’emergere. Guidati dai veterani adulti di questo show: Lello Abate, Lorena Crepaldi, Maurizio Arena, Simonetta Cartia, Paola Sambo; i ragazzi sudati accompagnano il pubblico alla mezzanotte. Tutti insieme stavolta per il ballo da sigla finale, come al villaggio turistico. Gli applausi coprono più di uno sbadiglio, c’è il tempo sufficiente per…aspettare il prossimo sabato: arriva Francesco Renga.
|