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S.A. 18 giugno 2013
Area Marina in versione digitale
Le nuove pubblicazioni sono frutto di due specifici progetti che hanno consentito di studiare in maniera dettagliata la fruibilità di 8 sentieri costieri che conducono al mare protetto e da questi ai punti di partenza per altrettanti sentieri a mare adatti agli amanti dello snorkeling
Area Marina in versione digitale

ALGHERO - Si è tenuta questa mattina una conferenza stampa ad Alghero in cui sono state presentate le ultime novità dell'Area Marina Protetta Capo Caccia Isola Piana. Alla presenza dell'assessore all'Ambiente, Elena Riva, è stata presentata la versione digitale delle guide sulla sentieristica "Alla scoperta dei sentieri natura" e "Alla scoperta delle grotte semi sommerse", stampate e distribuite dall'Amo a partire da dicembre 2012 e che ora sono disponibili anche in pdf per il download gratuito. Le pubblicazioni sono frutto di due specifici progetti che hanno consentito di studiare in maniera dettagliata la fruibilità di 8 sentieri costieri che conducono al mare protetto e da questi ai punti di partenza per altrettanti sentieri a mare adatti agli amanti dello snorkeling.

A questi sono proposte anche le grotte semisommerse, ben 22 quelle censite e suggerite, anch'esse visitabili senza l'ausilio di autorespiratore. In particolare questi ultimi ambienti stanno avendo grande successo e sono andati ad arricchire la già corposa offerta che Alghero può spendere sotto l'aspetto della fruibilità ambientale, caratterizzata sino ad ora in particolare da una delle più alte concentrazioni al mondo di grotte sommerse (oltre che emerse) che costituiscono da decenni un importante attrattore per il mondo della subacquea. La disponibilità delle guide stampate si è rivelata utile per promuovere attraverso le scuole e le strutture direttamente interessate la nuova offerta che, per di più, non ha modificato minimamente l'aspetto naturale dei luoghi consigliati, avendo completamente evitato il posizionamento di cartelli o indicazioni.

Ciò è stato possibile grazie alla georeferenziazione e ai rilievi effettuati in fase di progetto, tutti pubblicati, consentendo così al visitatore l'individuazione del sentiero anche con un comune smartphone dotato di ricevitore Gps. Ora alla versione cartacea si aggiunge quella digitale, già disponibile in pdf nella sezione Itinerari del sito istituzionale dell'Amo, scaricabile gratuitamente e consultabile direttamente su smartphone e tablet con una normalissima app gratuita di ebook reader. La disponibilità del download sarà promossa anche direttamente in città, fornendo alle strutture ricettive e alla Fondazione Meta cartoline informative. È stato inoltre presentato il progetto "Life + e Posidonia", approvato con la delibera della Giunta Comunale n. 157 del 17 maggio scorso e recentemente sostenuto ufficialmente dal Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.

Si tratta del via libera alla partecipazione al bando dell'Unione Europea che, in caso di approvazione da parte dell'Unione Europea, darà la possibilità ad Alghero - che per valore della progettazione sarà in assoluto il partner di maggior rilievo - di poter disporre di un importantissimo ed innovativo strumento di gestione dell'area marina e del Sic a mare in gran parte con essa coincidente. Il progetto prevede la realizzazione di una nuova mappatura dei fondali con risoluzione maggiore di quella oggi disponibile e la trasposizione della stessa in un'applicazione che sarà distribuita gratuitamente per tutte le piattaforme mobili, contando in particolare sulla sempre maggiore diffusione di smartphone e tablet.

L'applicazione consentirà di conoscere in tempo reale il traffico marittimo nel Sic con esatta posizione in mappa. Il vantaggio sarà notevole per il diportista che potrà così conoscere il numero di imbarcazioni presenti in determinati punti, ma anche sapere se nei campi ormeggio di prossima realizzazione ci siano o meno gavitelli disponibili. Sarà inoltre possibile interfacciarsi direttamente con l'Amo ed avere informazioni in tempo reale. Dal punto di vista dell'ente, invece,
si potrà controllare con maggior precisione il traffico e raccogliere in automatico una notevole mole di dati che, una volta elaborati, potranno dare fondamentali indicazioni anche dal punto di vista gestionale, così come si potranno inviare comunicazioni personalizzate a determinate imbarcazioni o solo ad una in particolare.

Il progetto avrà una durata di 5 anni, anche se l'Amo ha già proposto una durata superiore, prevede un co-finanziamento da parte dell'area marina pari al 25%, quota che è già stata inserita nella programmazione pluriennale ministeriale Isea. Il progetto ePosidonia è già stato presentato al Ministère de l'Ecologie, du Développement Durable, des Transports et du Logement. Infine si è parlato della partecipazione al tavolo tecnico regionale sulla gestione sostenibile della Posidonia oceanica spiaggiata. Di recente la regione Autonoma della Sardegna ha avviato una serie di contatti con diverse entità del territorio e non, con il preciso scopo di risolvere una volta per tutte l'annoso problema della Posidonia oceanica che si spiaggia in quantità decisamente importanti in diverse località dell'Isola, Alghero compresa.

Se è vero che la presenza della fanerogama marina (che, si ricorda, non è un'alga ma una pianta vera e propria) è segno di salute del nostro mare, non si può che constatare come i cumuli (banquettes) sulle nostre spiagge siano un ostacolo serio all'utilizzo degli arenili a fini turistici. Le indicazioni regionali e la normativa nazionale vigente, così come interpretata, rendono difficoltosa la rimozione delle foglie di Posidonia, anche tenendo conto che tra di esse è imprigionata una quantità non irrilevante di sabbia. L'asportazione della Posidonia richiede quindi accorgimenti procedurali e tecnici ma anche nuovi approcci che consentano da un lato il riciclo e dall'altro la tutela delle coste. Su questo presupposto la Ras ha coinvolto la rete delle aree marine protette sarde, prevedendo una fase di sperimentazione che, facendo tesoro di competenze ed esperienze maturate dalle aree marine., metta anche a punto un vero e proprio protocollo di azione attraverso un tavolo tecnico regionale. Il risultato atteso nel medio termine è la liberazione delle coste dalle banquettes con la contemporanea tutela delle spiagge e l'impiego del materiale organico asportato come materia prima.



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