Luigi Coppola
22 agosto 2005
Farafina: a Sassari le musiche dell’Africa Occidentale
Venerdì 26 agosto, il terzo appuntamento di musica etnica organizzato da Cooperativa Teatro e/o Musica. Nel cortile della Chiesa S.Maria, danze e suoni di Burkina Faso

SASSARI – Nell’idioma bambara, il termine Farafinà significa Africa Nera. Il gruppo che ne conserva il nome, è nato agli inizi degli anni ’80 ai confini di quella terra denominata un tempo Alto-Volta, attualmente Burkina Faso. L’ensamble etnica sarà protagonista del terzo appuntamento della rassegna musicale estiva organizzata dalla Cooperativa Teatro e/o Musica di Sassari. L’originale peculiarità di questa band afro occidentale è la fusione dei suoni, originari dell’Africa Nera, con le moderne innovazioni della World Music d’Occidente. Ritmi binari e ternari realizzati con complesse tecniche percussive unite ad antichi e non meno complicati strumenti quali balafon e kora, accompagnati da melodiosi flauti e voci. Una musica autentica guidata da danze e testi di stregoni e dalla passione del suo profeta, Mahama Konatè, noto suonatore del balafon. Primo autore del National Ballat dell’Alto Volta, fondò il complesso nel 1978, guidandolo sino al 1991, quando fu costretto a lasciarlo.
I Farafina hanno conquistato l’Europa con la loro prima tournee nel 1982. La loro creatività che ha conseguito vasti consensi nel mercato musicale occidentale, risiede in una ricca combinazione polifonica e poliritmica, agganciata alle tendenze nord americane della world music. Una condivisione di conoscenza musicale che ha portato la band ad integrare le influenze occidentali con le proprie sonorità aprendosi ad un pubblico sempre più numeroso. Un ponte musicale che ha unito le melodie dei popoli del Mali e della Nigeria, i canti ed i tamburi del Ghana e del Benin con i sound americani, saldando importanti collaborazioni con artisti noti del calibro di Ryuichi Sakamoto e dei Rolling Stones. Una musica che guarda avanti, con l’innesto del basso e della tastiera accanto ai balafon, djembe, tora, tama e flauto. Suoni che hanno accorciato le distanze fra diverse culture e propongono in chiave internazionale i brand originari della musica africana. Un repertorio racchiuso in otto album, il primo dei quali edito nel 1985 (Farafina live at Montreux Jazz Festival), racconta la crescita della musica e della gran tradizione del Continente Nero.
|