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Nello Cardenia 27 gennaio 2014
L'opinione di Nello Cardenia
Portiamo l´indipendentismo al governo
<i>Portiamo l´indipendentismo al governo</i>

Ecco perchè ritengo giusta e responsabile la scelta di iRS di sostenere Francesco Pigliaru come presidente della Sardegna. Lo scenario politico. Per far ripartire il sistema Sardegna bisogna delimitare con chiarezza un obiettivo senza la cui raggiunta non sarebbe possibile nessuna azione positiva: la fine dell'era Cappellacci. Il peggior governo della storia dell'Autonomia. Non considerare seriamente i danni che l'ormai ex giunta ha provocato è un esercizio pericoloso, oltre che demagogico, soprattutto per chi si pone al comando dell'onda del cambiamento. Ritrovarci Cappellacci per altri cinque anni non sarebbe esercizio salutare. La congiuntura economica: Centomila disoccupati. Migliaia di cartelle esattoriali di Equitalia. Un sistema produttivo in ginocchio. Un comparto agropastorale in balia degli eventi. Politiche dei trasporti da romanzo horror. All'interno di questo apocalittico quadrante, non si può per tanto non prendere necessariamente in considerazione il dato macroeconomico negativo derivato sia dalla Crisi che dall'inadeguatezza funzionale della struttura normativa dell'Autonomia.

Il rinnovamento culturale della sinistra sarda. Da tempo sostengo che l'intero perimetro della sinistra isolana devrebbe far propri i tematismi del sovranismo e dell'indipendentismo. Questo contagio, in un'ottica di reale rinnovamento paradigmatico, donerebbe al progressismo isolano nuova linfa vitale. Inziando in questo modo un decisivo percorso di riposizionamento della propria identià politica. Quale governo? La Sardegna necessita di un governo che sia capace di operare due percorsi paralleli: traghettare la Sardegna fuori dalla crisi economica e sociale in cui è franata; oltrepassare i valichi dell'Autonomiaf spingendo gradualmente la Sardegna verso una compiuta sovranità intesa come base giuridica esecutiva di un fattivo autogoverno. Solo se l'Isola si fornirà di nuovi poteri di sovranità potrà concretizzare politiche laburiste e orientare il proprio sviluppo economico in maniera autonoma basandosi sui reali interessi dei sardi. Basta pensare alla Vertenza Entrate o al disastroso stato dei trasporti aerei e marittimi per capire che fiscalità, trasporti ed energia siano materie che dovrebbero essere discusse, decise e gestite a Cagliari.

iRS ha compiuto una scelta dettata dal senso di responsabilità nel sostenere la persona più competente per guidare la macchina politico amministrativa della Regione: Francesco Pigliaru. Questo non è il tempo dei sogni rivolti verso un domani che non produce un oggi materialmente migliore. Questa è una battaglia che si gioca sull'immediato. Viviamo un tempo di crisi la cui coltrina nebulosa è ancora fittissima. Abbiamo bisogno di un governo progressista. Concreto. Di sinistra. Dentro il quale iRS credo possa giocare un ruolo importante. Dal punto di vista politico e culturale. Per dare un seganle che la buona politica esiste e che l'indipendenza la si costruisce governando. Giorno dopo giorno. iRS sta tentando di rompere un muro: portare l'indipendentismo al governo. Ma nello stesso si pone l'obiettivo di serrare definitivamente negli archivi del passato la stagione dei governi Cappellacci. Perchè è codesto il primo passo da compiere, in questo preciso momento storico, se si vogliono gettare le basi per iniziare ad affrontare in maniera seria le criticità che attanagliano l'Isola. Negli ultimi dieci anni iRS è sempre stata al fianco del popolo sardo. Dalla Vertenza Entrate fino alla lotta contro la speculazione ricavata dal business delle pale eoliche. Sono queste le istanze che porterà dentro il Consiglio Regionale. Dieci anni di elaborazioni e proposte, dieci anni di battaglie che oggi segnano un percorso indelebile verso la sovranità e quindi l'indipendenza. Verranno conficcate nel cuore delle istituzioni democratiche sarde. Per sconfiggere Cappellacci. Per scaraventare la Sardegna fuori dalla crisi. Per dare una voce istituzionale all'indipendentismo.



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