Battista Cualbu
22 febbraio 2014
L'opinione di Battista Cualbu
Aziende agricole a rischio: Pigliaru non ci lasci soli
In questa fase delicata di rinnovo del governo Regionale abbiamo scelto di osservare un periodo di assoluto silenzio. L’abbiamo fatto per rispetto del ruolo che gli agricoltori ci riconoscono, che è quello di un soggetto politico e non partitico, che lavora per l’agricoltura Sarda, a prescindere dal colore e dall’appartenenza di chi governa. L’abbiamo fatto per rispetto nei confronti dell’agricoltura e degli agricoltori, con l’obiettivo di evitare che i problemi del nostro primario perdessero la connotazione di elementi sui quali lavorare per lo sviluppo della Sardegna, per diventare oggetto di strumentalizzazione nel confronto tra i partiti impegnati nella campagna elettorale.
Oggi rompiamo questo silenzio, per chiedere al nuovo Consiglio Regionale e al Presidente della Giunta Regionale il massimo impegno per portare a soluzione due gravi emergenze che affliggono il comparto zootecnico Sardo: Blue tongue e Peste Suina. Si tratta di un appello bipartisan; la gravità delle emergenze, e la necessità di dare nuove prospettive al primario Isolano, rendono indispensabile il contributo responsabile di tutti, ognuno per il ruolo che gli compete: ci rivolgiamo quindi a chi avrà la responsabilità del governo, e a chi dovrà partecipare alle decisioni ed alle scelte dai banchi dell’opposizione. Queste scelte valgono centinaia di milioni di euro.
La prima emergenza su cui chiediamo un urgente intervento è la Blue Tongue. Com’è noto, lo scorso anno la malattia ha avuto un nuovo picco di diffusione, interessando sostanzialmente l’intero territorio isolano e determinando la morte di oltre 100.000 capi su oltre 5000 focolai per un patrimonio di 1.500.000 pecore. Un aspetto fondamentale è rappresentato dalle azioni di profilassi. Ad oggi non abbiamo nessuna comunicazione ufficiale da parte della Regione in merito alla disponibilità quantitativa dei vaccini, al periodo di vaccinazione ed alle azioni di prevenzione. E’ chiaro a tutti che anche quest’anno, in considerazione della stagione piovosa, e dell’incremento delle temperature che vivremo nei prossimi mesi, ci sono le condizioni per una nuova diffusione massiccia del malattia: questa evenienza può essere contenuta e frenata solamente se si partirà immediatamente con le vaccinazioni.
C’è poi il tema degli indennizzi. il Consiglio Regionale, con la legge 25/2013, ha stanziato 10.000.000 di euro. Purtroppo questi soldi non sono sufficienti per pagare per intero i danni. Stando ai nostri conti, servirebbero ulteriori 30.000.000 di euro, necessari per indennizzare non solo il valore dei capi morti, ma anche le perdite di reddito. Qui si apre un ulteriore capitolo: la perdita di produzione lattea è notevole e certificata, ed è dimostrabile con le fatture di vendita del latte. In questo senso l’incremento registrato nel prezzo del latte non copre nemmeno in parte gli effetti negativi sui bilanci aziendali derivanti dalla minor quantità prodotta.
Su tale fronte, peraltro, si registrano forti difficoltà anche nella spendita dei pochi danari disponibili: i Comuni infatti, ai quali è stato delegato il pagamento degli indennizzi, in molti casi non riescono ad erogare le somme messe a disposizione dalla Regione a causa del patto di stabilità; è indispensabile un intervento per superare il problema, rendendo immediatamente liquidabili i danari spettanti alle imprese.
Per l'emergenza peste suina, anche in questo caso negli ultimi mesi abbiamo assistito all’esplosione di nuovi focolai nella zona di Villacidro e in Ogliastra, con oltre 50.000 capi non movimentabili. Il problema è notevole e, o si negoziano con il Ministero della Salute delle procedure per consentire lo spostamento degli animali sani, oppure non vi è altra strada che quella degli indennizzi per mancata movimentazione. L’alternativa è la chiusura di imprese importanti e vitali del nostro territori: uno scenario che la Sardegna non può ulteriormente permettersi. Chiediamo inoltre che si riprenda il lavoro sul protocollo di intesa firmato con la Regione. Il lavoro da fare è tanto, e deve essere sicuramente improntato su una visione di prospettiva, di nuovi spazi che il sistema agricolo ed agroalimentare Sardo può ritagliarsi nell’economia della nostra Isola, sempre più in sofferenza. Ma per avere una traiettoria di futuro, è necessario lavorare anche sulle emergenze, su quei problemi che limitano in maniera pesante la capacità di sviluppo delle nostre imprese. Noi siamo pronti a fare la nostra parte, come sempre. La speranza è che la nuova classe dirigente isolana, di maggioranza e di opposizione, non ci lasci soli.
* presidente Coldiretti Sardegna
|