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Alguer.itnotiziealgheroOpinioniPoliticaTeatrino disarmante, ecco l´unica vera democrazia
Vittorio Guillot 27 aprile 2014
L'opinione di Vittorio Guillot
Teatrino disarmante, ecco l´unica vera democrazia
<i>Teatrino disarmante, ecco l´unica vera democrazia</i>

In occasione delle recenti vicende connesse alla scelta dei candidati sindaci di Alghero si è assistito a una infinita diatriba considerata indecente da una larghissima parte della popolazione. Ho l'impressione che la gente non apprezzi che si sia perso tempo in simili beghe, sorte per interessate ambizioni personali, piuttosto che nella ricerca della soluzione dei problemi reali. Qualcuno potrebbe dire: “Perché anziché mugugnare e restare chiusi nel privato e nelle proprie attività non si entra nei partiti e non ci si fa sentire“. La domanda mi sembrerebbe fuori luogo perché in questo sistema politico il cittadino comune non conta niente. Infatti tutta la vita pubblica è posta in mano ai partiti che, a loro volta, sono in mano a pochi che li dominano.

Far politica, inoltre, è troppo spesso considerato come un privilegio di pochi che ne approfittano per favorire i propri interessi. Di fronte a questo andazzo è assolutamente illusorio pensare che i gerarchetti locali possano consentire la minima apertura verso chi non sia allineato e inquadrato. Non è un mistero, infatti, che chi fa parte di un partito debba una fedeltà cieca e assoluta alle pretese del potentucolo di turno. Perciò gli eletti il più delle volte sono ridotti al ruolo di semplici esecutori di disegni di capi e di “convitati di pietra” che agiscono dietro le quinte. E' chiaro che nella logica dei papaveri locali molto spesso sia meglio includere nelle liste elettorali degli imbecilli, purché raccolgano voti (non importa come!), piuttosto che persone di notevoli capacità ma non disposte a mettersi a 90 gradi di fronte a loro.

E' vero che all'interno dei partiti abbiamo assistito a scontri al calore bianco tra i notabili e tra i loro lacchè. Vi pare, però, cari lettori, che così vi sia stata una autentica partecipazione di popolo alle scelte dei candidati? Non vi pare che i cittadini di fatto siano esclusi dalle scelte e siano solo chiamati a esprimersi col voto su decisioni prese da altri? A me sembra che questa partitocrazia continui ad espellere le masse popolari dalla vita politica. Voi cosa ne pensate? A questo punto qualcuno potrebbe ritenere che io sia un sostenitore del partito di Grillo. E invece no! Non credo in quel tipo di democrazia diretta che si avrebbe per mezzo di internet. Infatti in quel tipo di democrazia avrebbe voce in capitolo solo chi possedesse un computer, sapesse utilizzarlo correttamente e disponesse del tempo per leggere ed esprimersi su tutte le proposte di legge e di disposizioni nazionali, regionali e comunali.

In poche parole sarebbe sempre solo una assoluta minoranza a contare qualcosa. Non mi convince neppure che un partito abbia un leader che richiede una obbedienza assoluta senza essere neppure contenuto dalle regole di uno statuto e senza essere eletto da nessuno. A ciò aggiungo che lo stesso Casaleggio, a pag. 129 del libro “Il grillo canta sempre al tramonto”, scrive di non escludere che quel tipo di democrazia possa condurre ad una dittatura di tipo “orwelliano”, ben descritta nel libro “1984”. Una dittatura, cioè, in cui l'informazione potrebbe essere completamente controllata e manipolata in modo tale che al popolo fosse mostrata solo la verità che conviene ai manipolatori. E' grave che, pur riconoscendo questo terribile pericolo, né Casaleggio né Grillo né nessun altro indichino le misure per eliminarlo.

Dubito fortemente che questa situazione sia migliore di quella caratterizzata da una informazione controllata dai poteri forti. A questo punto è inutile sottolineare che la proposta dei grillini non contiene una soluzione. Quindi il problema dovrebbe essere risolto in altro modo. Come? Stabilendo che i rappresentanti delle categorie socio-economiche in cui si articola la società reale partecipino alle assemblee legislative. Così i molteplici interessi si confronterebbero liberamente e apertamente in quelle assemblee. Di queste categorie dovrebbero far parte di diritto tutti coloro che lavorano, hanno lavorato o intendano lavorare. Le assemblee di base, poi, dovrebbero scegliere i candidati attraverso elezioni primarie. Non credete, amici cari, che in tal modo si arriverebbe ad una democrazia veramente partecipativa, trasparente ed efficiente?
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