Mario Bruno Consigliere Regionale Progetto Sardegna
23 marzo 2006
Mario Bruno, nuove prospettive per Surigheddu e Mamuntanas

ALGHERO - Il polo agrario-zootecnico è una opportunità importantissima per il territorio del nord ovest della Sardegna e la sua ubicazione a Bonassai, piuttosto che a Mamuntanas, a soli 5 km di distanza, è da accogliere comunque favorevolmente. Anzi, consentirebbe di realizzare nel nostro territorio il polo di ricerca di eccellenza in agricoltura e nel contempo si aprirebbero nuove prospettive per restituire produttività all’ex azienda di Surigheddu e Mamuntanas, con idee progettuali in grado di favorire occupazione e sviluppo economico.
A questa determinazione si è giunti dopo una visita a Bonassai che abbiamo compiuto insieme al presidente Soru, nello scorso febbraio, ed ora si attende il pronunciamento del Senato Accademico dell’Università di Sassari. Certamente, il mio impegno per insediare il polo universitario a Mamuntanas è stato forte e non mosso da ragioni campanilistiche. Quella soluzione avrebbe fornito alcuni vantaggi, come la maggiore facilità di collegamento con Sassari e Alghero. Ma Bonassai offre altri punti di forza.
La Regione Sardegna nel centro che ospita l’Istituto Zootecnico Caseario, futura sede regionale dell’AGRIS (l’Agenzia di ricerca in agricoltura di prossima istituzione), accorpa già in sé gran parte delle strutture e delle competenze necessarie per supportare l’iniziativa proposta. In tale intelaiatura mancano solo alcuni elementi per il nuovo istituendo Polo (Ospedale, Mattatoio, Laboratorio, Centro per la biodiversità animale), ma sono già presenti e radicati servizi fondamentali. Tra l’altro, con molta probabilità, l’iniziativa potrebbe realizzarsi con i soli 47 milioni di euro già stanziati dalla Regione, considerate le infrastrutture già esistenti.
È stato questo il limite segnalato dall’Università di Sassari per Mamuntanas, dove invece non sarebbero sufficienti 100 milioni di euro. A Bonassai, invece, con un investimento minore dal punto di vista economico ma più incisivo in termini di valorizzazione delle risorse a disposizione, si potrebbero raggiungere gli obiettivi in un periodo di tempo più breve.
Abbiamo a portata di mano un centro di ricerca con un’azienda zootecnica-sperimentale, con laboratori interdisciplinari e personale specializzato, già dotato di macchinari, attrezzature agricole, animali in produzione. Un’azienda, non dimentichiamolo, di oltre duecento ettari, settanta dei quali verrebbero destinati all’Università per le facoltà di Agraria e Veterinaria. Non si può non essere favorevoli, anche per le ricadute sull’intero territorio, Alghero compresa.
Per quanto riguarda Surigheddu, infine, al di là dei giudizi di basso profilo di qualche ex politico, si può discutere se l’alienazione costituisca la migliore soluzione, soprattutto quando vi è ancora in corso un procedimento che è arrivato al Consiglio di Stato. L’atto di indirizzo contenuto nella delibera dell’8 marzo della Giunta regionale ha però il merito, se non altro, di creare l’occasione per riaprire un dibattito, soprattutto nella città di Alghero perchè dopo decenni di abbandono, sperpero di denaro pubblico e insuccessi, si possa arrivare alla soluzione. Senza perdere altro tempo.
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