Mariangela Pala
5 aprile 2015
Il Movimento contro le incompiute a Porto Torres
Nei prossimi giorni il Movimento si rivolgerà alla Corte dei Conti e ai magistrati penali per chiedere di aprire un’indagine sulla mancata realizzazione delle opere pubbliche appaltate e mai concluse in città

PORTO TORRES - Opere avviate e rimaste incompiute: anche Porto Torres ha le sue tante brutture da nascondere agli eventuali turisti che decidessero di passare da queste parti. Dopo il sequestro del Terminal crocieristico, ex tensostruttura “Lunardi”, avvenuto nei giorni scorsi da parte della Guardia di Finanza su disposizione del tribunale civile e penale di Roma, Il Movimento, nuovo soggetto politico che presenterà una lista a sostegno del candidato sindaco Costantino Ligas alle prossime amministrative, si dichiara pronto a dare battaglia al fenomeno delle opere intraprese e mai concluse.
Nei prossimi giorni il Movimento si rivolgerà alla Corte dei Conti e ai magistrati penali per chiedere che venga aperta un’indagine sulla mancata realizzazione delle opere pubbliche appaltate e mai concluse in città. Nell'elenco delle opere comunali incompiute, oltre al Terminal crocieristico, vi sono la Darsena pescherecci, l’Antemurale di Ponente, progetto finanziato con un importo di 34 milioni di euro, una delle opere fondamentali per lo sviluppo del bacino commerciale, il mercato ittico, opera pubblica mai completata e devastata dai vandali, e tanti altri cantieri a cielo aperto ancora da ultimare e che probabilmente non saranno mai conclusi.
Il Movimento intende chiedere la ricostruzione dell’iter dei ritardi spropositati, di varianti impreviste, del perché degli inspiegabili rincari e degli appalti reiterati, per capire se sussistono eventuali responsabilità e quali sono i fattori che hanno impedito di ultimare le opere pubbliche lasciate a metà. «Chiederemo alle autorità competenti di verificare se siano ravvisabili in merito alla mancata realizzazione delle opere comportamenti penalmente rilevanti a carico di soggetti, privati o istituzionali, e dei soggetti addetti all’attività di controllo e sicurezza, e di accertare eventuali sprechi di soldi pubblici a danno della collettività», dichiara il Movimento.
Eppure se le istituzioni lo volessero le opere incompiute da criticità potrebbero diventare un’opportunità di investimento: bisognerebbe adottare criteri per decidere quali opere portare a conclusione e quali abbiano caratteristiche di priorità, per dare la possibilità alle imprese private, preferibilmente locali, di disporre di quei beni anche con una destinazione d'uso diversa da quella iniziale, il tutto con un vantaggio di non consumare altri pezzi del territorio, utilizzando opere che potrebbero svolgere una buona funzione per la collettività.
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