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Antonio Morongiu 12 aprile 2015
L'opinione di Antonio Morongiu
Lasciare il Porto un distratto autolesionismo
<i>Lasciare il Porto un distratto autolesionismo</i>

Il consiglio comunale di Alghero ha deliberato di liquidare la sua quota di partecipazione al Consorzio del porto. La deliberazione è stata adottata nell'ambito di quanto previsto dalla legge di stabilità 2015 che disciplina il modo ed i criteri attraverso i quali gli enti locali devono razionalizzare le proprie partecipazioni societarie, da contenere al minimo con lo scopo di rivedere e ridurre la spesa pubblica, nel rispetto delle valutazioni del commissario Cottarelli sulla sua revisione. Se questo era lo scopo, appare subito evidente che non è stato raggiunto. Perchè il Comune di Alghero, a parte l'avvenuto acquisto della quota, non ha speso e non spende un solo euro per partecipare al consorzio del porto: si è trattato quindi di un approccio alla legge del tutto formale, un adempimento senza significato data l'inesistenza del presupposto della spesa in corso da eliminare o ridurre. Bastava questo per fermarsi.

Invece la relazione tecnica ed il piano di razionalizzazione posti alla base della deliberazione, ignorando la premessa del risparmio da conseguire, concludono comunque che i servizi svolti dal consorzio riguardano l'economia del territorio e non possono essere qualificati indispensabili al perseguimento delle finalità istituzionali del Comune, come richiesto dalla legge di stabilità per confermare la partecipazione pubblica, non svolgendo un'attività di tipo amministrativo; con la conseguente vendita della quota. E' utile ricordare che il comune è l'ente che tra tutte le funzioni amministrative generali si occupa in particolare dell'assetto e della utilizzazione del territorio. Quindi, se lo scopo del consorzio, come risulta dallo statuto, è quello strutturale di valorizzare il porto di Alghero, curare e pianificare le attività portuali, con l'utilizzazione dei piazzali e delle banchine che sono di tutti, risulta scorretto negarne la palese coincidenza con i fini del Comune e appare chiaro quanto costituisca distratto autolesionismo lasciare tutto nelle mani dei privati, rinunciando, senza un obbligo di legge, a una posizione strategica essenziale e non onerosa per regolare dall'interno le dinamiche del porto.

Gli altri soci del consorzio sono imprenditori e associazioni private che organizzando servizi vari perseguono un legittimo interesse personale, limitato. Ma l'interesse pubblico, quello che le cose le rende vive per tutti, soltanto il Comune lo fa valere con attività di coordinamento e sintesi che pone il consorzio su un piano superiore.
Che poi i servizi svolti dal consorzio riguardino soltanto l'economia del territorio è stima riduttiva. E' facile osservare infatti che, a parte l'utilizzo secondario di alcuni posti barca,non si tratta di una prestazione commerciale a favore di soggetti determinati. E' invece un impegno superiore senza profitto, in quanto gli eventuali utili devono essere reinvestiti nell'attività portuale, impegno diretto alla valorizzazione del porto in favore della intera collettività nell'ambito delle competenze comunali, con iniziative di carattere amministrativo per assicurarle il benessere materiale. Il che in definitiva significa che quella del consorzio è attività improntata alla difesa dell'interesse generale, corrispondente ai fini istituzionali del Comune e, dunque, contrariamente a quanto ritenuto dalla relazione tecnica e dal piano di razionalizzazione, indispensabile per raggiungerli. Una garanzia per la cittadinanza, una presenza da riaffermare anche se costasse qualcosa.

*cittadino di Alghero, già presidente Yacht Club
24/7/2025
In attesa di interventi e bandi per lo sviluppo dello scalo algherese attesi da decenni, una delibera ha approvato l’importo complessivo di 1.520.000 euro per le opere dei due scali portuali turistici le cui assegnazioni si distinguono, per il Comune di Alghero, in nuove attribuzioni, mentre per il Comune di Buggerru in un ripristino di risorse



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