M. P.
27 giugno 2015
Il Pds turritano punta sul patrimonio culturale
Rilanciare la cultura partendo da quei principi irrinunciabili troppo spesso disattesi e traditi e che invece vanno affermati chiaramante: quello in cultura è un investimento

PORTO TORRES - Rilanciare la cultura partendo da quei principi irrinunciabili troppo spesso disattesi e traditi e che invece vanno affermati chiaramante: quello in cultura è un investimento. Il Partito dei Sardi prosegue con il percorso fatto di proposte per la valorizzazione della città, partendo dalle risore umane e proseguendo con la salvaguardia del paesaggio, dei monumenti e delle straordinarie testimonianze storico-culturali che offre la città turritana. «Sono decenni che, con spirito di volontariato, come operatori culturali nell'associazionismo e, come dirigenti di partito, al di là di ogni moda o tendenza del momento - spiegano Alessandro Pinna e Nando Nocco, coordinatore e vice del Partito dei Sardi - ci battiamo per la salvaguardia e la conservazione dell'identità di Porto Torres».
«La conservazione del nostro patrimonio storico passa attraverso il recupero e il corretto uso per fini turistici degli edifici di pregio – prosegue Alessandro Pinna -. Ad esempio, il palazzo Quesada, noto come palazzo del Marchese, fatto costruire dal primo marchese di San Saturnino, don Raimondo de Quesada, è un edificio neoclassico del Settecento, oggi sede istituzionale del Comune; ma sufficientemente ampio per ospitare stabilmente iniziative di carattere culturale, promosse da organizzazioni pubbliche e private».
Per i coordinatori del Pds esisitono altri edifici di rilievo come la scuola elementare Edmondo de Amicis, la più antica della città. L’immobile, degli inizi del Novecento, oltre alla scuola elementare ospita nel sottopiano il celebre "rifugio" al'interno del quale vengono allestite da anni mostre ed esposizioni artistiche. Nocco ha più volte segnalato la necessità di un intervento di recupero, poichè la facciata della monumentale scuola turritana è piuttosto degradata. «Oltre a un intervento di restauro anche in questo caso si potrebbero studiare soluzioni per dare una destinazione ideale aell'edificio o a una parte di esso», ha sottolineato il dirigente del Pds.
Lo stesso discorso si potrebbe fare per il Museo del Porto e per tanti altri edifici, per i quali sono necessari interventi di manutenzione e/o piani di utilizzo ottimale a cura delle istituzioni, di privati e di associazioni. Il Partito dei Sardi conferma il proprio impegno per contribuire a far cambiare in meglio la città, senza snaturarne l'identità, non omologabile ad altri modelli, pena la sua scomparsa, poichè anche nella salvaguardia delle peculiarità della città risiede il bello della varietà e della ricchezza culturale.
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