Mariangela Pala
9 settembre 2015
Porto Torres inaugura il Memoriale della Corazzata Roma
I nomi delle vittime di quel terribile giorno si trovano da oggi su una delle pareti della sala conferenze del Museo del Porto. In mattinata ricordati i caduti del 9 settembre 1943

PORTO TORRES - A distanza di oltre sett’anni la tragedia della Corazzata Roma rivela aspetti inediti, screditando possibili misteri e lasciando senza una risposta ancora molti interrogativi, che costarono il tributo di molte vite umane. L’inizio della fine è iniziato 72 anni fa: quasi 1700 morti nelle acque del Golfo dell’Asinara dove affondò la Corazzata Roma per mano dei tedeschi, e nel tratto di mare delle Bocche di Bonifacio dove scomparirono i due caccia di squadra Da Noli e Vivaldi.Come se un intero paese della Sardegna di giovani tra i venti ed i trent’anni venisse inghiottito dagli abissi.
I nomi delle vittime di quel terribile giorno, il 9 settembre del 1943, si trovano da oggi su una delle pareti della sala conferenze del Museo del Porto. Il memoriale dedicato ai caduti degli attacchi ai due cacciatorpedinieri, il Vivaldi e il Da Noli, e a una delle più grandi navi da battaglia fino ad allora costruite, la Corazzata Roma, è stato realizzato grazie all’iniziativa promossa dall’associazione Reduci e familiari dei caduti Roma – Vivaldi – Da Noli, fondata da Nicola Puggioni in collaborazione con il documentarista Roberto Barbieri e dall’Anmi, sostenuta dell’amministrazione comunale. Il Memoriale sarà visitabile durante gli orari di apertura del Museo del Porto. Il relitto della Roma poggia a circa 1300 metri di profondità nel Golfo dell’Asinara.
L’inaugurazione del Memoriale è stata preceduta da una funzione religiosa e da un convegno presso la sala Filippo Canu, che si sono tenuti ieri. Uno dei superstiti, il 95enne Aldo Baldasso visse in prima persona quei giorni: è ancora quel ragazzo poco più che ventenne, quando a bordo della corazzata Roma era meccanico addetto alla Galleria Assi e incendi, seconda sezione. Un giovane marinaio, provetto e navigato ricorda quei momenti terribili, «Ho sentito il Comandante, l’ammiraglio di squadra Carlo Bergamini dare ordine di non sparare, poi un botto tremendo e gente morire, prima di buttarmi a mare ed aggraparmi ad un gommone che trasportava feriti». Sul faro dell’Asinara, a Punta Scorno, in quello stesso giorno anche Elisa Vitiello, allora 15enne che dopo aver sentito il rumore degli aerei e delle esplosioni, vide un’altissima colonna di fumo.
A Gianfranco Massidda, ultimo guardiano del faro all’Asinara, un riconoscimento per la memoria storica. Presenti anche la nipote dell’ammiraglio Bergamini, comandante della Corazzata, e il sindaco di Caldes de Malavella (Girona), paese che ospitò i mille superstiti italiani assistiti da Fortunata Novella – Mama Mahon. Un grande contributo è stato dato dallo storico Giovan Battista Conti, figlio del superstite Vasco Conti scomparso nel ’92, che ha recuperato materiale sulla memoria del padre. E poi il racconto appassionato del cultore della materia, l’ammiraglio Vittorio Guillot che ha spegato cosa non funzionò quel 9 settembre 1943 quando per un errore strategico, il Governo Badoglio tradì gli italiani.
Questa mattina gli ultimi eventi: alle 9, si è svolta una toccante cerimonia nei pressi del monumento dedicato ai caduti della Corazzata Roma, nel belvedere di Balai. Una cerimonia alla quale, oltre alle istituzioni civili, militari, religiose e alle associazioni ex combattenti, hanno partecipato anche alcuni reduci e i responsabili delle associazioni Marinai d’Italia di Porto Torres (presidente Giovanni Cadeo), di Alghero (presidente Alberto Sechi), oltre ad una larga rappresentanza di Carloforte.
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