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S.A. 24 settembre 2015
«Da Expo in poi, carne di maiale oltre l´isola»
E´ quanto sostiene Coldiretti Sardegna di rientro dall´esposizione mondiale del cibo che l´ha vista protagonista per una settimana nel Padiglione della propria organizzazione
«Da Expo in poi, carne di maiale oltre l´isola»

NUORO - «Il successo dell'Expo ha dimostrato ancora una volta che le aziende sarde sono pronte per esportare la carne di maiale. Non ha più senso il divieto per il termizzato e per la lunga stagionatura». E' quanto sostiene Coldiretti Sardegna di rientro dall'esposizione mondiale del cibo che l'ha vista protagonista per una settimana nel Padiglione della propria organizzazione. Dopo 1.248 di embargo nei confini isolani, il 13 aprile scorso dopo la firma di un Protocollo di intesa tra il ministero della Salute e la Regione Sardegna, è stato possibile l’invio dei porcetti termizzati per l’esposizione o la degustazione esclusivamente all'interno del perimetro in cui si tiene la manifestazione milanese. Una deroga molto restrittiva in cui tra l'altro è previsto che i lotti eventualmente non consumati all’interno dell'Expo debbano essere smaltiti in loco o rispediti in Sardegna secondo procedure stabilite.

«Una deroga importante ma adesso è necessario fare un passo in avanti e consentire la libera circolazione della carne di maiale termizzata e pure quella a lunga stagionatura– rilancia il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu –. Per arrivare in Expo i suini termizzati hanno superato positivamente tutti i controlli possibili e immaginabili. Stiamo parlando di un prodotto sano, controllato e addirittura sterilizzato». Secondo le norme vigenti al riguardo, che fanno riferimento al decreto legislativo del 27 maggio 2005, n. 117, attuazione della direttiva 2002/99/CE (Norme di polizia sanitaria per la produzione, la trasformazione, la distribuzione e l’introduzione di prodotti di origine animale destinati al consumo umano), la carne cotta a 80 gradi al cuore e i salumi senza osso con almeno 140 giorni di stagionatura, oppure con 190 giorni con osso, si possono esportare anche dai siti come la Sardegna dove è presente la peste suina.

«I tempi sono maturi per attuare questa norma – secondo il direttore di Coldiretti Sardegna Luca Saba –. Non possiamo tornare indietro, sarebbe una bocciatura per chi lavora seriamente. Abbiamo aziende all'avanguardia, innovative, dotate di alta tecnologia che rispettano queste norme sia con il termizzato che con lo stagionato. Ed abbiamo potenzialità economiche ed occupazionale che non si possono continuare a fermare». «In Sardegna ci sono 10mila aziende suinicole con standard superiori alla media europea – rimarca Battista Cualbu – e produciamo ogni anno circa 1milione di porcetti nel rispetto di tutti i crismi, dando lavoro a circa 2.500 persone. Bisogna cambiare metodo incoraggiando e premiando queste aziende, permettendogli di vendere il prodotto anche oltre i confini sardi, dove la grande distribuzione è pronta ad acquistarlo».
11:00
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