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A.B. 18 dicembre 2015
Grande distribuzione: sabato, sciopero nazionale
Domani, è in programma il secondo sciopero nazionale per il rinnovo del contratto nazionale dei lavoratori della grande distribuzione organizzata. «Dopo 24 mesi, basta con i trucchi», attacca il segretario generale dell´UilTucs di Cagliari e regionale Cristiano Ardau
Grande distribuzione: sabato, sciopero nazionale

CAGLIARI - «Dopo 24 mesi basta con i trucchi, si proceda al rinnovo del Ccnl». Lo afferma senza mezzi termini Cristiano Ardau, segretario generale della UilTucs di Cagliari e regionale. Il primo sciopero nazionale, indetto il 7 Novembre per i dipendenti delle aziende delle grande distribuzione organizzata che aderiscono a Federdistribuzione, aveva visto l’adesione senza precedenti dell’80percento delle commesse e dei commessi. Ma, nonostante questo, le trattative sono state rotte «con atteggiamenti rigidi delle controparti». Tutto come prima. «Domani, sabato 19 dicembre, davanti ad Auchan Marconi di Cagliari, Carrefour Quartu Sant’Elena e Superpan di Sestu1, dalle ore 9.30, terremo i sit-in per rendere visibile la vertenza localmente insieme alla grande manifestazione unitaria che si terrà in contemporanea a Milano. Saranno diverse centinaia di addetti che manifesteranno per difendere il Contratto Nazionale di Lavoro chiedendo a tutti i clienti che il 19 dicembre 2015 si astengano dal fare la spesa in queste aziende che non riconoscono i diritti ai loro dipendenti»m annunciano.

Ben 300mila addetti in tutta Italia, senza contratto nazionale da ben due anni, senza aumenti salariali ed aggiornamento dei diritti e delle tutele; come loro, anche le aziende della distribuzione cooperativa e di Confesercenti. Aziende come Auchan, Carrefour, La Rinascente, Iperpan, Gieffe, Bricocenter, Profumerie Limoni e Metro si ostinano a non rinnovare il Contratto Nazionale. Applicano il vecchio testo normativo del 2011, ma senza erogare gli aumenti retributivi del rinnovo del Ccnl sottoscritto con Confcommercio nel marzo del 2015”. Tra le richieste della controparte la perdita degli scatti d’anzianità e dei permessi retribuiti, il passaggio automatico dal quinto al quarto livello per i commessi provetti, distribuzione senza regole dell’orario di lavoro e perdita dell’incidenza sul Tfr della 13esima e 14esima mensilità. “L'attacco al Contratto Nazionale mira a togliere tutto ciò che la contrattazione negli ultimi 45 anni ha fatto ottenere: diritti, salario, partecipazione e dignità lavorativa non possono essere cancellati in nome della crisi o del mercato. Il lavoro ha un costo, ha una dignità con la tendenza ormai a valutarlo come una merce da comprare a necessità, ad ora, a centimetro, a grammo o in saldi. A base di tutto, c’è il fatto che le aziende tentano di offuscare che le commesse e i commessi del commercio prima di tutto sono donne e uomini che meritano rispetto, dignità lavorativa, diritto al salario e al Contratto Nazionale rinnovato.

In un settore dove le esagerazioni sul lavoro festivo, domenicale, notturno, il part-time involontario, le difficoltà di conciliare i tempi di lavoro e non per le lavoratrici lo caratterizzano negativamente. Le stesse aziende hanno poi disdettato i contratto integrativi aziendali o stipulato con pseudo sindacati autonomi contratti di prossimità con la perdita per i dipendenti della 14esima mensilità, delle ferie e dei permessi retribuiti. A marzo 2015 per i 3milioni di addetti sempre del settore commercio, Filcams, Fisascat e Uiltucs con la Confcommercio, invece hanno rinnovato il Contratto Nazionale. Rinnovo fatto nonostante la crisi del settore, dell'economia in genere per un mondo del lavoro dove i contratti nazionali vanno rinnovati e difesi. Ora tocca ai 300mila addetti delle aziende che aderiscono a Federdistribuzione, Distribuzione Cooperativa e Confesercenti, che meritano anche loro il rinnovo contrattuale.


Nella foto: una manifestazione dell'UilTucs
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