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M.V. 4 luglio 2016
Effetto-Dem: crolla l´aeroporto, veleni e proteste
Partito democratico sardo sull´orlo di una gravissima crisi di nervi. Tutti contro tutti. I sindaci di mezza Sardegna si preparano alla rivolta da Alghero. E´ il caos, col centro e nord dell'isola in ginocchio. Silvio Lai e Giacomo Spissu contro Mario Bruno
Effetto-<i>Dem</i>: crolla l´aeroporto, veleni e proteste

ALGHERO - La crisi delle politiche regionali sui trasporti, con le pesanti ripercussioni registrate sugli scali di Cagliari e Alghero in particolare, rischiano di far definitivamente implodere un partito sull'orlo di una terribile crisi d'identità, prima ancora che di nervi. Le dimissioni del segretario Renato Soru, la recente e cocente sconfitta alle elezioni amministrative, gli evidenti problemi nella sanità, le rivendicazioni degli enti locali sulla legge di riordino, la guerra per il rimpasto e il disastro registrato sul trasporto aereo low cost pesano come un macigno sulla Regione ma ancor più sul Partito democratico.

L'eco dell'instabilità sarda arriva fino a Roma, dove in questi giorni si discuterà anche del caso-Sardegna e non è escluso che la segreteria nazionale non possa spingere per l'immediato commissariamento in attesa del congresso. E' Alghero uno degli specchi della grande confusione Dem: un sindaco iscritto al Pd che non gode del sostegno dell'area Cabras, la corrente che governa la segreteria locale, che anziché trovare il modo per fronteggiare la crisi per il bene della città, picchia sul primo cittadino con i pochi soldati presenti in consiglio. Un cortocircuito incomprensibile per chi guarda la contesa dal di fuori, ancor più se solo si pensa al delicato tema low-cost e alle ripercussioni negative che ciò sta generando: così il Pd locale, in solitaria, tenta di far da scudo ad un assessore oggi sotto attacco su tutti i fronti [GUARDA LA PROTESTA].

«Un unico obiettivo, il mio dovere, il nostro dovere: difendere il territorio. È ancora possibile salvare l'aeroporto e la base, ma servono azioni concrete ora per il prossimo autunno. La diplomazia non basta più» dice con chiarezza il sindaco Mario Bruno, che dal palco della Confcommercio qualche giorno fa ha parlato chiaramente di «evidenti interessi anche dentro la sua parte politica, il Pd». «Chi non ha il coraggio non può fare l'assessore e se far fuori Deiana significa far cadere la giunta Pigliaru pazienza, bisogna agire, non possiamo avere paura dei capi-bastone e di una politica fatta di interessi che non sono quelli del territorio» ripete davanti alla platea di commercianti e imprenditori turistici.

Parole che squarciano il velo che copre gli interessi che gravitano dietro la politica e l'aeroporto e fanno fischiare le orecchie alla corrente socialista del Pd. Non piacciono per niente a Silvio Lai, che dalle pagine della Nuova Sardegna parla di «dichiarazioni inaccettabili». E' lui ad intervenire e tentare di difendere l'operato dell'assessore Deiana, notoriamente molto vicino alla stessa area. «Siamo impegnati per evitare il fallimento dell'aeroporto - dice il senatore - se nessuno compra le quote Sogeaal il suo destino è segnato». Stessa posizione espressa da Giacomo Spissu che lascia invece il suo pensiero ai social: «affermazioni tanto gravi quanto irresponsabili, che possono persino costituire un grave elemento di turbativa d'asta» dice sempre rivolto a Bruno. «Anziché fare il novello Masaniello di improbabili rivolte popolari faccia il suo onesto lavoro di amministratore e si occupi delle cose di sua diretta competenza».

E' in questo scenario apocalittico che si è costituito l'asse tra le città di Alghero, Bosa, Nuoro, e Sassari. Territori che più di tutti pagano i contraccolpi di una stagione nata sotto il segno di Alitalia e mai sbocciata. Territorio che dal 1 novembre rischia la desertificazione con la chiusura della base Ryanair e lo spettro del fallimento Sogeaal. Così martedì nella cittadina a nord dell'isola si incontreranno molti sindaci, con loro le associazioni di categoria del Sassarese, Nuorese, Marghine, Planargia e Montiferru, le organizzazioni sindacali. Il motivo è noto: la Regione nulla o poco ha fatto per evitare il tracollo a cui va incontro il tessuto economico e sociale del territorio in seguito al pesantissimo contraccolpo registrato dall'aeroporto dopo la fuga della Ryanair. Parlano i dati: -50% i noleggi e l'extra-alberghiero, -37% i transiti ad aprile, -34% quelli di maggio, -50% i turisti internazionali [LEGGI].

Foto d'archivio




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