A.B.
16 luglio 2016
Coldiretti Nuoro Ogliastra chiede lo stato di calamità naturale
«Meteo sfavorevole per l’Ogliastra: serve il riconoscimento dello stato di calamità naturale»: i vertici dell´associazione hanno inviato una lettera ai sindaci dei Comuni dell’Ogliastra per chiedere di avviare l’iter della richiesta

NUORO - In Ogliastra ci sono le condizioni per chiedere lo stato di calamità naturale. L’annata non è certo stata clemente neppure dal punto di vista meteorologico, che è stato sfavorevole soprattutto per i Comuni della ex provincia più piccola della Sardegna. Già negli anni scorsi, il territorio è stato abbandonato dalle precipitazioni. Le piogge sono arrivate di rado causando gravissimi problemi per le aziende agricole che anche nei mesi invernali dovevano trasportare l’acqua con i propri mezzi. Questa la posizione di Coldiretti Nuoro Ogliastra.
«Quest’anno abbiamo vissuto uno degli anni più siccitosi – ricorda il direttore di Coldiretti Nuoro Ogliastra - Dicembre e gennaio sono passati alla storia come i più bollenti e meno piovosi da 215 anni: si sono registrate il 91percento delle precipitazioni in meno rispetto alla media ed un gennaio in cui sono caduti gli stessi millimetri di pioggia di agosto. E in primavera non abbiamo di certo recuperato il gap, anzi si sono registrate ancora temperature record». Per questo, Coldiretti Nuoro Ogliastra ha inviato una lettera ai sindaci dei Comuni dell’Ogliastra per chiedere di avviare l’iter della richiesta dello stato di calamità naturale.
«L’assenza di piogge ha influito in modo pesante nei bilanci delle imprese agricole del territorio – spiega Simone Cualbu, presidente di Coldiretti Nuoro Ogliastra – perché oltre a prosciugare le scorte di acqua, ha dimezzato i pascoli e le provvigioni foraggere. Il tutto è andato a sommarsi alla diminuzione del prezzo del latte e all’altra calamità rappresentata dai premi comunitari che ancora non arrivano». «Per questo – concludono direttore e presidente – stiamo chiedendo il sostegno dei sindaci, ultimi baluardi di questi territori che sono stati abbandonati anche dalle piogge, che conoscono e sono sensibili alle difficoltà dei propri concittadini».
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