S.A.
8 novembre 2016
Dem sempre più rotti: Calvia, Santoro, Daga
Nella querelle infuocata innescata da Franco Santoro, l´ex consigliere comunale Franco Calvia spara a zero sul circolo e l´ex candidato a sindaco Enrico Daga. Sempre più tesi i rapporti ad Alghero

ALGHERO - Non c'è pace in via Mazzini, così anche l'ultimo teatrino pubblico conferma il grado di salute odierno del Pd ad Alghero. Querelle infuocata tra ex compagni e nuovo, durissimo, botta e risposta a distanza tra dirigenti del circolo algherese del Partito democratico e l'ex consigliere comunale Franco Calvia, primo dei non eletti in via Columbano in occasione delle ultime elezioni amministrative del 2014 (con Pirisi siede in aula l'ex candidato sindaco Daga). Ad accendere la miccia è Santoro, membro della segreteria e ideologo Dem, molto attivo sui social, che per scagliarsi contro il solito Mario Bruno questa volta tira in ballo pesantemente Calvia.
«Stanno forzando troppo la mano con l'unico scopo di esasperarlo al punto tale da portarlo a dimettersi dal consiglio comunale (il soggetto sarebbe Daga ndr). Perché, andate a guardare chi è il primo dei non eletti nel Pd, oplà il gioco secondo monsignore è fatto». Frase che, di per se, non attira l'attenzione di molti, tutt'altro. Ma come spesso accade tra i pochi a leggerla c'è chi la riferisce al diretto interessato che non ci mette molto a replicare con parole di fuoco.
«Se devo dire che Enrico Daga in occasione delle elezioni comunali ha fatto delle coglionate colossali dimostrando di essere un incapace e incompetente non mi nascondo di certo», scrive Calvia che aggiunge «io non devo obbedire a nessuno, sono una persona libera, non dipendo da nessuno». Quando si scrivono certe cose è necessario pensare bene a ciò che si scrive - incalza Calvia - che augura a Daga «ogni bene e tante soddisfazioni per la sua carriera politica anche se il treno difficilmente passa quattro volte». «Io credevo veramente che egli potesse essere un leader, rappresentarci tutti sia a livello comunale, regionale e oltre mare» conclude con l'amaro in bocca Calvia.
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