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Mariangela Pala 22 dicembre 2016
Fiumesanto: buio sulla demolizione dei gruppi 1 e 2
Il Partito sardo d’Azione denuncia l’incomprensibile inerzia e l’assenza di prese di posizione, da parte di chi ha il dovere civico e politico di chiedere il rispetto e la completa attuazione dell’Aia (Autorizzazione integrata ambientale), che imponeva la demolizione dei gruppi 1 e 2 di Fiume Santo
Fiumesanto: buio sulla demolizione dei gruppi 1 e 2

PORTO TORRES - Il Partito sardo d’Azione denuncia l’incomprensibile inerzia e l’assenza di prese di posizione, da parte di chi ha il dovere civico e politico di chiedere il rispetto e la completa attuazione dell’Aia (Autorizzazione integrata ambientale), che imponeva la demolizione dei gruppi 1 e 2 di Fiume Santo e la conseguente restituzione alla collettività del tratto di spiaggia circostante, non appena la centrale avesse cessato la produzione. La prevista demolizione era stata annunciata da Ep per il mese di luglio. Da allora sono trascorsi cinque mesi e tutto sembra passato nel dimenticatoio. «Oggi si assiste ad una pericolosa “melina” da parte di Ep che, oltre a non rispettare i tempi codificati all’interno dell’Aia, sta mortificando le maestranze e le imprese locali, che si aspettavano da quell’intervento un minimo di respiro occupazionale ed economico».

L’apertura di un cantiere intorno alle ciminiere da abbattere, «non può essere il solo segnale che qualcosa si stia muovendo, tutt’altro: è la certezza che si stanno affidando ad aziende e maestranze “straniere” i lavori che, troppo lentamente, porteranno alla demolizione delle centrali», sottoline il partito dei quattro mori. «Non si comprende, tra le altre cose, quale sia il motivo per cui le imprese locali che si erano aggiudicato tale appalto, siano state escluse dall’esecuzione dello stesso, a vantaggio di aziende non sarde», rimarca il Psd’Az riportando alla luce il “solito” problema delle maestranze locali trascurate da coloro che investono nel territorio.

«A Porto Torres e nelle aree industriali vicine ci sono professionalità che rasentano l’eccellenza e non è accettabile, che per effettuare quelle lavorazioni si debbano utilizzare mano d’opera che non sia espressione di questa area geografica». Una questione di riconoscimento e di rispetto dopo che Il Nord Ovest della Sardegna ha pagato un costo altissimo, sia in termini ambientali che di salute pubblica, la pesante presenza del sito energetico di Fiume Santo.

Il Psd’Az di Porto Torres, pertanto, ritiene che, su questo argomento, si debba sollevare l’asticella della protesta, «unendo tutte le forze in campo, a partire da quelle sindacali, per aprire una seria vertenza sulla tutela delle imprese e dei lavoratori sardi». Un appello ai rappresentanti istituzionale dei comuni di Porto Torres, di Sassari e della Regione, «affinché impongano la loro autorevolezza nel chiedere con forza il rispetto dei diritti di un territorio, dei suoi disoccupati, delle sue imprese e del suo popolo nella sua interezza».
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