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Mariangela Pala 1 febbraio 2017
Porto Torres, rifiuti: Asa divorzia da Ambiente 2.0 e abbandona l´Ati
Così Asa, l’impresa che fa parte dell’associazione temporanea di impresa insieme ad Ambiente 2.0, incaricato di gestire la raccolta rifiuti, dichiara con rammarico di uscire dall’Ati «non essendoci i presupposti e le condizioni per una corretta prosecuzione del servizio»
Porto Torres, rifiuti: Asa divorzia da Ambiente 2.0 e abbandona l´Ati

PORTO TORRES - «Con lo stesso senso di responsabilità che ha contraddistinto la nostra conduzione dell’appalto, abbiamo deciso di intraprendere l’uscita dall’Ati, avviando una trattativa per la cessione delle nostre quote alla società capofila per quanto previsto e concesso dalla legge». Così Asa, l’impresa che fa parte dell’associazione temporanea di impresa insieme ad Ambiente 2.0, incaricato di gestire la raccolta rifiuti, dichiara con rammarico di uscire dall’Ati «non essendoci i presupposti e le condizioni per una corretta prosecuzione del servizio».

La società Asa, nel corso di questi primi 10 mesi dall’inizio dell’appalto, «ha dimostrato sin da subito responsabilità e rispetto degli impegni assunti, sostenendo tutti gli investimenti previsti da capitolato con un onere finanziario considerevole». Asa spiega le ragioni della mancata sottoscrizione dello statuto per la costituzione della società consortile, una struttura che doveva nascere entro la fine di ottobre, sulla quale non si è mai raggiunto l’accordo. «Al fine di onorare i servizi “sproporzionati” ad essa affidati, originati dal sottodimensionamento progettuale, ha dovuto sostenere sin dall’inizio dei maggiori costi non preventivati in termini di mezzi e personale», sostiene Asa.

Per tali ragioni l’impresa, socio minoritario rispetto ad Ambiente 2.0 capofila del Rti, «ha sempre sostenuto l’idea della costituzione di una società Consortile, - prosegue - in quanto strumento utile a superare le criticità riscontrate, come si può constatare dai verbali sottoscritti con l’amministrazione comunale e le organizzazioni sindacali». Il modello di società consortile prospettato dalle società partner, «vedrebbe Asa soccombente come socio di minoranza, destinata esclusivamente a ripianare i costi decisi da altri. Così abbiamo preso atto che i numerosi sforzi economici ed operativi profusi con impegno e serietà, svolgendo un carico di lavoro ed un impegno economico ben superiore agli impegni assunti, non sono stati apprezzati dalle società partner, dalle organizzazioni sindacali e soprattutto dall’Ente».

Asa auspica che detta trattativa si concretizzi quanto prima, attraverso l’impegno e la collaborazione di tutte le parti coinvolte, con il ristoro economico di tutti gli investimenti sostenuti ed il riconoscimento dei maggiori lavori da essa eseguiti.
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