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Red 3 febbraio 2017
Ritornare a casa: 49,5milioni dalla Regione
«Procedure più snelle e meno ricorso ai ricoveri ospedalieri», ha annunciato oggi l´assessore regionale della Sanità e Politiche sociali Luigi Arru
Ritornare a casa: 49,5milioni dalla Regione

CAGLIARI - Oltre 49,5milioni di euro per finanziare 3389 progetti di assistenza nella propria casa per altrettanti pazienti, procedure semplificate per consentire un accesso più rapido ai beneficiari ed ai loro familiari. Sono cifre e modifiche al programma “Ritornare a casa”, illustrate oggi (venerdì) dall’assessore regionale della Sanità e Politiche sociali Luigi Arru.

I destinatari del Rac sono persone con grave perdita di autonomia, che hanno bisogno di assistenza per tutte le attività quotidiane e di interventi medici ed infermieristici impegnativi e frequenti, comunque effettuabili a domicilio; che sono state dimesse da strutture residenziali a carattere sociale e/o sanitario dopo un periodo di ricovero non inferiore a dodici mesi; persone affette da gravi patologie degenerative non reversibili in ventilazione meccanica assistita a permanenza 24 ore o coma; persone che, a seguito di una malattia neoplastica, si trovano nella fase terminale; persone in grave stato di demenza; persone affette da patologie con andamento cronico degenerativo con pluripatologia e con almeno altre due patologie, non concorrenti, oltre la principale.

«Ritornare a casa è un fiore all’occhiello per la Sardegna – ha spiegato l’esponente della Giunta - tra le Regioni che spendono di più per l’assistenza delle persone non autosufficienti. Con questo programma abbiamo deistituzionalizzato i pazienti, consentendo loro di essere assistiti nella propria casa e di vivere nel proprio contesto familiare. Con le modifiche che abbiamo apportato con l'ultima delibera, sempre meno persone con gravi disabilità saranno costrette a ricorrere a lunghi ricoveri in ospedale». Arru ha voluto ricordare Salvatore Usala e le sue battaglie, con le quali ha contribuito a modificare le procedure per l’accesso ai finanziamenti. I contributi partono dai 20mila euro del primo livello di gravità ed arrivano ai 65mila del terzo (disabili gravissimi). Le risorse sono regionali (30milioni) e nazionali (10milioni), cui vanno aggiunti 9milioni già nelle casse dei Comuni, perché non utilizzate negli anni scorsi (economie).

Dai cinque passaggi previsti fino allo scorso anno si è passati a tre e l’attivazione del progetto avverrà da parte del Comune di residenza (e senza il passaggio in Commissione tecnica regionale). Novità anche per la durata, con il riallineamento temporale dei progetti: i rinnovi sono partiti dal 1 gennaio e scadranno il 31 dicembre. I nuovi progetti partiranno dalla data di attivazione e scadranno ugualmente il 31 dicembre. Infine, è stato previsto un nuovo ruolo per la Commissione tecnica regionale, che dovrà supportare la programmazione da parte dei Comuni e non più approvare i progetti.

Nella foto: l'assessore regionale Luigi Arru
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