Antonio Sini
1 dicembre 2003
Porcetto sardo? No tedesco!
Occhio all’etichetta che non deve solamente riportare la dicitura “macellato in Sardegna”

Una vicenda per certi aspetti inquietante, dove la legge del profitto, del maggior profitto, si antepone alla legge del rispetto dei consumatori, e perché no, alla tutela degli animali anche se destinati sulle nostre tavole. Il tutto riguarda maialetti provenienti dalla Germania, per essere venduti in Sardegna, trasportati in condizioni igieniche precarie, disidratati, senza norme sul trasporto, per poi essere macellati da una ditta di Selargius, prima di finire sulle tavole dei sardi con bolli delle aziende sarde. I carabinieri del N.A.S. di Cagliari, hanno condotto un’ indagine su richiesta dell’Assessorato regionale alla Sanità, dopo che i due consiglieri del Partito Sardo d’Azione Giacomo Sanna e Pasqualino Manca avevano presentato una denuncia. Ebbene i carabinieri hanno confermato che i maialetti importati, sopportano trasporti massacranti, stipati in camion senza acqua e cibo, in condizioni igieniche precarie, tutto finalizzato ad arrivare più in fretta in Sardegna ed essere venduti sottocosto.
I carabinieri del N.A.S. hanno, però precisato che sulle carni tedesche, nelle macellerie, non viene posto il cartellino”porcetto sardo”. Questo è il minimo che ci si possa augurare, considerato che il timbro di macellazione è identico a quello dei maialetti allevati in Sardegna. Siamo nelle mani del commerciante che non deve approfittare della buone fede del cliente precisando che non si tratta di carni locali. E’ immaginabile il danno che questo tipo di commercio provoca ai nostri allevatori, e all’economia isolana in genere. Il commercio dei maialetti Tedeschi è cominciato almeno 10 anni fa, ma un’Associazione Animalista Tedesca “Animal Angels”, ha filmato e pedinato i camion che trasportavano i malcapitati animali. L’unica strada percorribile per evitare simili incresciose situazioni, è che presto si avvii anche per il porcetto sardo il percorso per il riconoscimento del marchio D.o.c, impegno assunto dall’Assessore alla Sanità e dal governo regionale.
Quindi occhio all’etichetta che non deve solamente riportare la dicitura “macellato in Sardegna”, ma il consumatore deve esigere che l’etichetta sia esaustiva e comprenda dove il porcetto sia stato allevato e dove sia stato macellato, sopratutto in questi giorni, con l’avvento delle festività e la gran commercializzazione che ci sarà di queste carni.
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