Red
29 giugno 2017
I Riformatori rilanciano i b&bunker
E´ stata presentata mercoledì mattina, in Consiglio regionale, la proposta di legge dei Riformatori sardi (primo firmatario Luigi Crisponi) per restituire alla conoscenza e all’uso strategico il patrimonio dei bunker militari che punteggiano gran parte delle coste dell´Isola

CAGLIARI - Le fortificazioni militari della Seconda guerra mondiale (se ne contano oltre cinquecento), sono incredibilmente integrate nel paesaggio e nell’ambiente, spesso rese invisibili all’occhio nudo e comunque magistralmente mimetizzate fra rocce e macchia mediterranea. In certi casi, l’intuito costruttivo del Genio militare del tempo sfruttò incredibili mascheramenti con finti nuraghi, case coloniche e torri costiere, che al loro interno ospitavano postazioni per mitragliatrici o addirittura cannoni anticarro.
Ora, ha detto Luigi Crisponi (primo firmatario della proposta di legge presentata in Consiglio regionale dai Riformatori sardi), sfruttando la naturale vocazione turistica della Sardegna, ma anche le sue peculiarità morfologiche ed ambientali, si propone una legge che abbia lo scopo di proteggere e valorizzare con rispetto tale rete difensiva a scopi di turismo sostenibile, naturalistico ed escursionistico, senza modificare i manufatti e la cornice che li accoglie. Se recuperati, tali bunker potrebbero rispondere pienamente alla riduzione della disoccupazione giovanile, all’aumento dell’imprenditoria fra i giovani attraverso intraprese che sappiano offrire informazione turistica, piccola ospitalità, piccolo ristoro, osservazione naturalistica, o addirittura esposizione di raccolte di storia e memoria militare.
“B&bunker”, secondo la proposta di Crisponi è un semplice acronimo che cela varie declinazioni e tante opportunità nei campi dell’accoglienza, dell’ospitalità, dell’informazione, della storia o del semplice godimento. E quindi “bar&bunker”, “bike&bunker”, “boat&bunker”, ecc.. Il tutto, a vantaggio di escursionisti, studiosi ed appassionati, desiderosi di conoscere uno straordinario patrimonio che ha saputo resistere al tempo, all’incuria ed ai vandali, ma che rappresenta un indistruttibile monito alla violenza ed alle tragedie provocate dalla guerra. Un vera e propria eredità culturale, che se adeguatamente valorizzata, potrebbe assicurare non trascurabili benefici all’economia locale e regionale diffondendo allo stesso tempo una cultura di pace e pacifica convivenza fra i popoli, in modo che dalla memoria della tragedia bellica nasca un simbolico messaggio di speranza nel futuro.
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