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Cor 10 luglio 2025
Tourism Week 2025: la Mongolia alza l’asticella della promozione
Durante la Tourism Week 2025, numerosi osservatori del settore hanno registrato una crescente attenzione nei confronti di questo Paese, spesso relegato a destinazione di nicchia, ma oggi al centro di strategie promozionali ben più ambiziose
Tourism Week 2025: la Mongolia alza l’asticella della promozione

Dall’Asia alle grandi fiere internazionali del turismo, il nome della Mongolia comincia a circolare con una nuova frequenza. Durante la Tourism Week 2025, numerosi osservatori del settore hanno registrato una crescente attenzione nei confronti di questo Paese, spesso relegato a destinazione di nicchia, ma oggi al centro di strategie promozionali ben più ambiziose. Si parla non solo di promozione culturale, ma anche di un rilancio sostenibile capace di attrarre viaggiatori consapevoli e operatori internazionali interessati a investire in esperienze autentiche e fuori dai circuiti affollati.

Un’attenzione così mirata si traduce anche in un maggiore interesse per i viaggi organizzati, soprattutto quelli che offrono una combinazione equilibrata tra scoperta del territorio, contatto con le comunità locali e attenzione agli impatti ambientali. Le proposte che integrano tutti questi aspetti (questo viaggio organizzato in Mongolia mostrato sul sito stograntour.com ne è un esempio) stanno riscuotendo particolare successo tra chi desidera vivere un'esperienza immersiva, ben organizzata e fuori dai consueti itinerari turistici.

La spinta arriva direttamente da Ulan Bator, dove il Ministero dell’Ambiente e del Turismo ha presentato un pacchetto di nuove iniziative pensate per valorizzare il patrimonio culturale nomade, i festival tradizionali e i paesaggi remoti del Paese. Il messaggio è chiaro: la Mongolia vuole affermarsi come una meta contemporanea, in grado di coniugare identità e innovazione, senza sacrificare l’integrità dei suoi ecosistemi. Il Naadam Festival, ad esempio, sarà al centro di un circuito turistico inedito che include non solo le competizioni tradizionali, ma anche workshop di artigianato, visite alle yurta e attività di trekking responsabile.

Parallelamente, il governo ha lanciato una campagna di collaborazione con le comunità rurali per favorire forme di accoglienza diffuse, capaci di distribuire i benefici del turismo in modo più equo sul territorio. Strutture a basso impatto, mobilità lenta e guide locali certificate sono alcuni degli strumenti che vengono promossi per garantire esperienze autentiche e rispettose dell’ambiente.
L’aspetto culturale, inoltre, gioca un ruolo fondamentale nel riposizionamento del Paese. Il 2025 sarà anche l’anno del rinnovato Museo della Civiltà Nomade, che inaugurerà una nuova ala interattiva dedicata alla vita quotidiana dei popoli della steppa. L’intento è quello di rafforzare il senso di continuità tra passato e presente, mostrando ai visitatori come la cultura mongola continui a essere una realtà viva, in trasformazione ma mai snaturata.

Queste scelte hanno trovato grande risonanza durante la Tourism Week, dove diversi osservatori hanno sottolineato come la Mongolia stia capitalizzando sull’attuale domanda di viaggi sostenibili, puntando su valori oggi centrali nel mondo del turismo: autenticità, lentezza, rispetto. Una strategia che si distingue nettamente dal modello mordi e fuggi, ancora dominante in molte destinazioni asiatiche.

Anche dal punto di vista geopolitico, il Paese sembra intenzionato a sfruttare la sua posizione tra Russia e Cina come leva per attirare un turismo consapevole e culturalmente motivato. Nuovi collegamenti aerei, progetti di collaborazione con tour operator internazionali e una presenza digitale più solida sono solo alcuni degli elementi che fanno parte di questo nuovo corso.
Il turismo esperienziale, in particolare, si conferma come uno dei segmenti più dinamici: dormire in una gher sotto le stelle, cavalcare nella steppa o partecipare alla transumanza con le famiglie nomadi sono esperienze sempre più richieste, e la Mongolia si presenta come il luogo ideale per viverle in modo autentico, al di fuori dei cliché folkloristici. A renderlo possibile, è anche l’impegno crescente delle realtà turistiche locali e internazionali nel costruire itinerari etici, curati e ben organizzati.

Le sfide non mancano: la scarsità di infrastrutture in alcune aree, la necessità di formare personale specializzato, i limiti climatici. Eppure, proprio queste criticità vengono sempre più spesso trasformate in opportunità. Il turismo d’inverno, ad esempio, sta vivendo una fase di grande rilancio grazie a proposte incentrate sull’osservazione della fauna selvatica, le esperienze di wellness legate ai bagni termali locali e le attività outdoor in ambienti innevati.

In questo scenario in evoluzione, la Mongolia si propone dunque come una meta di riferimento per un turismo responsabile, capace di connettere le esigenze di conservazione ambientale con le nuove aspettative dei viaggiatori. Un cambiamento che non passa inosservato e che – come emerso durante gli incontri della Tourism Week 2025 – potrebbe rappresentare un modello replicabile anche per altri Paesi dell’Asia Centrale. Chi sceglie oggi la Mongolia lo fa con motivazioni forti: la ricerca del silenzio, dell’autenticità, del contatto con culture antiche. Ma anche con il desiderio di sostenere un’economia turistica più giusta, che non sacrifica la qualità dell’esperienza all’altare della quantità. La Tourism Week 2025 ha sancito questo passaggio simbolico: la Mongolia non è più una meta esotica da cartolina, ma un laboratorio vivente per una nuova idea di viaggio.
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