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Red 29 settembre 2017
Incendio al campo nomadi: bosniaco in manette
Nella tarda serata di ieri, durante un normale servizio di controllo del territorio, i Carabinieri della Stazione di Olbia Poltu Quadu hanno notato del fumo provenire da un’area vicino al campo nomadi di Olbia, in località Conca Onica, e si sono avvicinati in modo da non essere notati con la speranza di cogliere sul fatto l’autore dell’incendio
Incendio al campo nomadi: bosniaco in manette

OLBIA - Nella tarda serata di ieri (giovedì), durante un normale servizio di controllo del territorio, i Carabinieri della Stazione di Olbia Poltu Quadu hanno notato del fumo provenire da un’area vicino al campo nomadi di Olbia, in località Conca Onica, e si sono avvicinati in modo da non essere notati con la speranza di cogliere sul fatto l’autore dell’incendio. Ormai, periodicamente si verificano incendi di materiale pericoloso, quasi sempre cavi elettrici, pneumatici o, comunque, materiale plastico, che vengono fusi per poter estrarre il metallo da vendere a peso, ma nella maggior parte dei casi diventa difficile individuare l’autore in flagranza di reato, perché sfruttano qualche complice che fa da “palo” e riescono a fuggire o interrompere la loro opera prima dell’arrivo della pattuglia.

Questa volta, qualcosa non ha funzionato, perché i militari, giunti sul posto, hanno individuato ed arrestato un 25enne bosniaco, già noto alle Forze dell'ordine, mentre era intento a bruciare la guaina isolante di un groviglio di fili di rame del peso di circa 50chilogrammi. La tecnica di bruciare il materiale isolante che avvolge il prezioso metallo conduttore viene utilizzata per velocizzare le operazioni di bonifica ed ottenere, in poco tempo e senza fatica, il rame che, considerato l’elevato valore economico, sarebbe stato rivenduto con ricavi consistenti.

Ovviamente, i fumi prodotti dalla combustione del materiale plastico causano un elevatissimo danno per la salute pubblica e per l’inquinamento ambientale. L’uomo, a disposizione dell’Autorità giudiziaria, è stato trattenuto nella camera di sicurezza del Reparto territoriale in attesa del rito direttissimo, che si è tenuto questa mattina, e durante il quale l’arresto del bosniaco è stato convalidato e lo stesso è stato rimesso in libertà avendo patteggiato una condanna ad undici mesi.



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