Luigi Coppola
1 settembre 2007
Festivalguer: Di comune accordo, un successo per tre
Sul palco Festivalguer, funziona l’inedito trio Gazzè, Turci, Rei. Un progetto musicale originale accolto dall’esiguo pubblico. Strepitoso dream work di Marina Rei. Stasera ultima tappa a Nuoro

ALGHERO - Quello del concerto in “multiproprietà” o condiviso d’artisti associati, è formula già sperimentata in Italia con alterne fortune, secondo le proposte in campo. Il dividere le spese o le energie, per raccogliere un comune successo, sono state adottate già da blasonati nomi. Basta pensare ai Daniele & Jovanotti o ai De Gregori con la Mannoia, di solito, formazioni con almeno tre o quattro firme del pop nazionale. Il progetto visto e ascoltato ieri notte all’anfiteatro Maria Pia, è stato certamente una nota positiva, se non altro per la freschezza dei protagonisti e la disponibilità a questo tipo d’esibizione. Lo stesso Max Gazzè era reduce dalle “stazioni lunari”, proprio qui al Festivalguer, pochi anni fa insieme a Piero Pelù e Peppe Servillo. E’ una serata per pochi intimi. Solo poche centinaia di spettatori per l’ultimo grande evento al Festivalguer 2007. Il controesodo vacanziero e minacciose nubi, preludio ad un probabile temporale di fine estate, lasciano spazi ad uno spettacolo ristretto. Forse per questo, più bello delle premesse ed accompagnato da un fascino sorprendente. L’acid jazz e l’istrionica ironia di Max Gazzè contrastano il sound mediterraneo e solare di Marina Rei con le incursioni introspettive e avvolgenti di Paola Turci. Due autentiche vocal best, mattatrici della notte che svela piacevoli sorprese. Alle ventuno e trenta il violino di Andrea Di Cesare (quarto elemento della formazione) introduce i tre protagonisti che mostrano da subito ottima intesa d’assieme, come veri amici, oltre che eccellenti musicisti. “…Bene si è calmato anche il vento, per cui possiamo dire anche…qual buon vento…” – attacca Gazzè. Risate e applausi mentre parte “Vento d’estate”. Completo nero, elegantissima e sensuale, domina la chitarra acustica, croce e delizia (un po’ forzata) dello spettacolo per le continue accordature alle corde, stressate sotto l’incessante ritmo delle sue mani. Paola Turci canta “Uno stato di calma apparente”: Marina Rei, batteria e percussioni, è corista e controcanto d’eccezione. Cambiano i ruoli di continuo come in un "dream team all stars". Max canta “L’uomo più furbo” dopo schermaglie e battute scherzose con Paola, Marina “sale” con crescenti tumbao alle congas: il pubblico approva, applaude e batte le mani al tempo. C’è la “Sposa” di Gazzè e tanti brani, struggenti dall’acustica di Paola e dal basso micidiale del cantautore riccioluto. Il “nudo” evocato dalla platea, provoca l’ennesima querelle di gags fra i tre amiconi, prima del “Rei Show”. “Come un angelo” ed “Io sono qui” sono pezzi cult che scrivono uno spettacolo con le percussioni ed il vocalese di Marina. Tutti assiepati sotto il palco, uniti nella voglia di ballare e abbracciare i beniamini. Che tornano sul palco per i bis. “La musica può fare…diventa un tormentone, un inno, icona rock, grido di certezza e volontà per un canto di pace. Chiude la serie dei concerti, all’arena Maria Pia, certamente l’esibizione più originale dell’estate 2007, piccola nei numeri, grande nella qualità. Questa sera il brillante trio chiude il tour sardo all’anfiteatro comunale di Nuoro. Un appuntamento da non perdere, di comune accordo, certamente.
Nella foto un momento del concerto
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