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Red 23 luglio 2019
Corruzione: Il sistema nel Nuorese
Questa mattina, i Carabinieri della Compagnia di Ottana, con il supporto della Compagnia di Lamezia Terme e del Provinciale di Pescara, hanno eseguito un’ordinanza di applicazione di misure cautelari nei confronti di sei persone che, a vario titolo, sono ritenute responsabili di reati corruttivi
Corruzione: <i>Il sistema</i> nel Nuorese

NUORO – Questa mattina (martedì), i Carabinieri della Compagnia di Ottana, con il supporto della Compagnia di Lamezia Terme e del Provinciale di Pescara, hanno eseguito un’ordinanza di applicazione di misure cautelari nei confronti di sei persone che, a vario titolo, sono ritenute responsabili di reati corruttivi. I provvedimenti, che hanno interessato le province di Nuoro, Pescara, Catanzaro e Cagliari, sono stati emessi dal giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Nuoro, su richiesta della Procura della Repubblica di Nuoro, e sono frutto dell’indagine denominata “Il Sistema”, sviluppata dall’Aliquota Operativa della Compagnia Carabinieri di Ottana, che ha fatto emergere l’esistenza di una rete di rapporti corruttivi tra pubblici ufficiali ed esponenti di alcune realtà imprenditoriali finalizzati ad assoggettare la gestione del denaro pubblico all’interesse privato. Sono stati sottoposti agli arresti domiciliari ed alla misura cautelare della sospensione dell’esercizio dai rispettivi pubblici uffici, il presidente ed il direttore generale del Consorzio industriale provinciale di Nuoro. È stata applicata la misura cautelare dell’obbligo di dimora ad un imprenditore calabrese, al consulente/mediatore di società operanti nel settore dei rifiuti, al direttore denerale dell'Antica Fornace Villa di Chiesa ed all’intermediario e consulente della stessa società. Gli esiti d’indagine attengono a due macrovicende identificabili nei rapporti tra i vertici del Cip di Nuoro e due società, una operante in Calabria nel settore del trattamento dei rifiuti e l’altra operante nell’area industriale di Ottana.

La prima vicenda riguarda, da una parte, gli accordi collusivi per condizionare la procedura di scelta del contraente nella gara d’appalto per l’assegnazione dei lavori per la realizzazione di una piattaforma per il trattamento di rifiuti, finanziata dalla Regione autonoma della Sardegna con uno stanziamento di 2,5milioni di euro, che il Cip di Nuoro aveva in previsione di bandire, e, dall’altra, l’istigazione alla corruzione caratterizzata dalla richiesta di denaro contestata ai vertici dell'ente, per condizionare la procedura d’assegnazione dei lavori per lo svuotamento e bonifica di una vasca contenente rifiuti speciali, entrambi gli affidamenti a favore di società di un imprenditore di Lamezia Terme, facenti capo all'imprenditore calabrese. Gli accordi illeciti venivano mediati dall’ingegnere e consulente, che di fatto ha reso possibile il collegamento tra i pubblici ufficiali e l’imprenditore finalizzati a far ottenere a quest’ultimo l’affidamento degli appalti in questione.

Stando alle conclusioni degli inquirenti, nella altra vicenda, viene concluso un accordo illegale tra presidente, direttore del Cip ed il direttore dell'Antica Fornace per eludere la procedura competitiva e consentire la sottrazione di alcuni lotti, d’interesse per la società, dalla gara pubblica di terreni destinati in concessione trentennale per la realizzazione di impianti di produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile. Accordo ed attività che vengono mediate dal procuratore dell’Antica Fornace Villa di Chiesa per consentire su tali lotti l’avvio di una trattativa privata nella quale la società non avrebbe avuto concorrenti. Nell’indagine espletata, vengono raccolti elementi utili ad inquadrare i rapporti tra gli indagati ed a chiarire come vengano affrontate e risolte le questioni per non creare problemi all’attività dell'Antica Fornace, tentando di avere come contropartita l’assunzione nell'azienda di persone d’interesse per i pubblici ufficiali.
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