Red
20 settembre 2019
Tra sardo e latino: Porcheddu ad Alghero
Martedì sera, nella Sala Mosaico del Museo Archeologico di Alghero, in Via Carlo Alberto 72, la Fondazione Alghero aprirà i festeggiamenti in onore di Sant Miquel, Patrono della città, con la presentazione del libro-ricerca di Bartolomeo Porcheddu “Il latino è lingua dei sardi–Su latinu est limba de sos sardos”, edito da Lincom academic

ALGHERO – Martedì 24 settembre, alle 17.30, nella Sala Mosaico del Museo Archeologico di Alghero, in Via Carlo Alberto 72, la Fondazione Alghero aprirà i festeggiamenti in onore di Sant Miquel, Patrono della città, con la presentazione del libro-ricerca di Bartolomeo Porcheddu “Il latino è lingua dei sardi–Su latinu est limba de sos sardos”, edito da Lincom academic. Nell'opera, l’autore spiega perché la lingua latina discende da quella sarda, aprendo una nuova finestra sulla storia linguistica dell’Occidente europeo.
Il libro è composto da 312 pagine, nelle quali la lingua latina è comparata in termini storico-linguistici alla lingua sarda. Ogni elemento relativo alla fonetica/fonologia, ortografia e sintassi è spiegato anche con tabelle esplicative. Nell’opera, sono messe in rilievo le migliaia di corrispondenze tra il sardo ed il latino, che dimostrano in modo scientifico e quindi inequivocabile che si tratta della stessa lingua. Ogni esempio relativo al latino è preso da testi di autori antichi, dei quali si indica a piè di pagina il titolo dell’opera, il capitolo o libro ed il paragrafo.
Molti studiosi della lingua latina hanno affermato che i “casi” sono presi dalla lingua greca, ma nessuno di loro si è posto le cinque domande di rito: chi, dove, come, quando e perché? Nel libro, l’autore da risposte documentate ai cinque quesiti. La comparazione tra sardo e latino ha consentito di rilevare che la lingua latina era una lingua standardizzata, costruita artificialmente, mettendo insieme le componenti linguistiche italiche (latino, osco e greco) presenti nei territori conquistati dai Romani nel corso del IV-III secolo a.C.. Nell’ultimo capitolo, l’autore spiega perché sardo e latino sono lingue rimaste immutate nel tempo.
Nella foto: Bartolomeo Porcheddu
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