Red
12 ottobre 2019
UniCa: applausi per Luisa Anedda
Luisa Anedda, dottore in Medicina e chirurgia all´Università degli studi di Cagliari, ha vinto la prima edizione del Premio di laurea “Alessandra e Valentina Marini”, nato per incentivare medici e ricercatori a proseguire lo studio della beta talassemia

CAGLIARI - E’ stata vinta da Luisa Anedda la prima edizione del Premio di laurea “Alessandra e Valentina Marini”. Il riconoscimento è stato assegnato ieri pomeriggio (giovedì) dal rettore dell'Università degli studi di Cagliari Maria Del Zompo, dopo la valutazione compiuta dall’apposita commissione, per la tesi discussa alla Facoltà di Medicina e chirurgia con Paolo Moi, docente della Facoltà, sul tema “Valutazione del rischio teratogeno dei ferrochelanti nella beta-talassemia: un’esperienza monocentrica”. Alla neodottoressa, è andato un assegno di 1500euro. La cerimonia di consegna del Premio, nato dall’iniziativa dei coniugi Franco (già docente dell’Ateneo) ed Elisabetta Marini per far conoscere ai più giovani ed ai disinformati meno giovani la storia della beta talassemia major e dei sardi affetti da questa patologia, si è svolta nella Sala Consiglio di Palazzo Belgrano.
L’elaborato (oltre alla valenza scientifica sostenuta da una metodologia corretta e puntuale) è un indicatore prezioso del conseguimento dei livelli di studio raggiunti nell’ambito della patologia talassemica, e si addentra in un’indagine impensabile soltanto qualche decennio fa. La tesi riporta gli esiti di uno studio effettuato su due gruppi di pazienti talassemiche in gravidanza nelle quali la terapia chelante (considerata come variabile indipendente) era stata interrotta, nel primo gruppo, all’inizio della gravidanza o prima di essa e nel secondo gruppo dopo circa un trimestre dall’inizio. La variabile dipendente era rappresentata dalla frequenza e dalla tipologia di eventuali malformazioni congenite nei neonati del secondo gruppo di madri. Il test statistico utilizzato da Anedda (regressione logistica) non ha evidenziato differenze significative tra i neonati dei due gruppi di madri.
Il Premio assegna un riconoscimento per incoraggiare le nuove leve di medici, ricercatori e personale sanitario avviate sulla scia dei loro maestri e predecessori che hanno spostato la finalità degli interventi dalla sopravvivenza a termine (Anni Sessanta, Settanta ed Ottanta) alla prognosi aperta, ed anche per far sapere ai rappresentanti eletti nelle sedi istituzionali ed alle realtà formative ed economiche dell’Isola che l’attività medica portatrice di speranze per la vita dei talassemici necessita di integrazioni irrinunciabili sul versante della formazione, non difformi da quelle di altri soggetti, nonché di un accompagnamento competente per l’avviamento ed un primo ingresso nel mondo del lavoro. «Col raggiungimento di questi obiettivi – spiegano i promotori - i talassemici non saranno più considerati solo come “soggetti da prendere in carico”, bensì soprattutto come cittadini capaci di contribuire al composito vivere civile dei giorni a venire».
Nelle foto: Luisa Anedda, Maria Del Zompo ed i coniugi Marini
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