Gianfranco Congiu
12 novembre 2019
L'opinione di Gianfranco Congiu
Intesa Stato-Regione, il film si ripete
L’intesa Stato-Regione è figlia di quella cultura autonomistica che da oltre settant’anni siede al tavolo con l’Italia per trattare sul prezzo, ma rinuncia a negoziare i poteri, quelli veri. Fossero anche 3 o 4 i miliardi, poniamoci il problema che prima o poi i soldi finiranno e allora? Altro giro altra corsa.
Nuova vertenza entrate, nuovi ricorsi alla Corte costituzionale, nuova sfiancante trattativa in una gattopardesca perpetuazione de “su connottu”, a beneficio mediatico del governo regionale. “Ieri”, ci siamo sciroppati l’intesa Soru/Prodi, dove allora l’accordo fu vincolato all’accollo da parte della Regione dei costi della sanità, della continuità territoriale e del trasporto pubblico locale (caso unico in Italia e grazie al quale ci stiamo ancora leccando le ferite) e oggi il film si ripete, ovvero una nuova intesa dai tempi di erogazione estremamente dilatati e con un montante finanziario incerto e suscettibile di rivisitazione al ribasso.
Curiose la clausole che determinano una falcidia del 10percento qualora il Governo italiano possa essere costretto dalla Ue a manovre di riequilibrio dei conti pubblici (il che è una certezza), oppure per far fronte ad eventi di gravità eccezionale (vuoi che da qui al 2026 non ci scappi un alluvione da qualche parte). Insomma, un film già visto e chi è figlio di quel rivendicazionismo querulo fa bene a stappare le bottiglie e, perché no, salutare come “benefica” anche la retrocessione della Sardegna nell’obiettivo 1, perché tutto ciò significano prebende e assistenza. Io mi ostino a pensare che la Sardegna sia altro e che altro si possa e si debba fare.
*portavoce del Partito dei sardi
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