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Antonio Costantino 26 aprile 2020
L'opinione di Antonio Costantino
Travel onlife, ripensare la promozione dell’Isola
<i>Travel onlife, ripensare la promozione dell’Isola</i>

In questo momento così critico e difficile per la società, mi sono permesso di fare alcune considerazioni relative soprattutto al settore del turismo in Sardegna, nel quale sono impegnato da diversi anni come principale tour operator tra la nostra Isola e la Repubblica Ceca. Il ramo turistico è certamente tra i più penalizzati dalla pandemia in corso e dobbiamo pensare tutti a come attenuare gli effetti che sta creando in un ambito così strategico per l'economia isolana. Non sono certamente il primo a sostenere la tesi che talune circostanze nefaste possano creare le condizioni per nuove opportunità. C'è una domanda che credo dovremmo farci, e mi riferisco sia a chi opera nel settore privato ai diversi livelli nel comparto del turismo, sia a chi è gravato dalle principali responsabilità istituzionali oggi nella nostra terra: la Sardegna potrebbe fregiarsi di un nuovo brand quale “Isola sicura”? I recenti avvenimenti e le inchieste in corso presso diversi ospedali sardi, di cui si è venuti a conoscenza ben oltre i confini nazionali, certamente non inducono ad un viaggio dove non sia garantita una assistenza sanitaria adeguata. Io credo che oggi la priorità, se vogliamo essere “Isola sicura” debba essere quella di garantire la salute di tutti i cittadini sardi, ma anche dei potenziali ospiti da ricevere entro le nostre coste. Ci si aspetta quindi un potenziamento dei presidi sanitari, diventando quindi fondamentale il potenziamento dei medici di base, avere dei reparti di rianimazione dedicati unicamente agli ammalati di Covid-19 assistiti da personale specializzato . Tralascio tutte le tecnologie che dovranno essere messe in atto per garantire la maggiore sicurezza. Tutti gli analisti del mondo dicono che “tutto non sarà come prima”, anche se gli scenari ambiano continuamente.

Si parla di turismo trasformativo e di “travel onlife”, questa trasformazione impone cambiamenti nel modo di “fare marketing” delle destinazioni per superare la solita promozione. Gli enti di promozione al turismo non potranno essere sostenuti come in precedenza a causa dei minori finanziamenti rinvenienti dalle tasse sugli alloggi . Quindi il marketing deve cambiare per dare priorità alla gestione. I marketer del turismo devono diventare amministratori di destinazione. I leader civici nelle destinazioni devono richiedere misurazioni verificate in modo indipendente dagli impatti del turismo sulle loro comunità. Il punto critico è che il nostro sistema turistico si occupa di pubblicità, fiere, social e promozione, mentre i temi sensibili sono la gestione dei flussi, l’impatto ambientale e l’accoglienza. Vanno individuati modelli di gestione dei flussi efficaci e sostenibili. Dalla elaborazione su dati Demoskopika e Istat, la contrazione degli arrivi in Sardegna sarà -20,5percento, a fronte della media Italia del -22,30. Maggiormente favorevole è la stima delle presenze. La Sardegna è la regione in Italia che con -25,6 ha la minore contrazione. In Italia è del -33,4. La conseguenza più immediata è quindi quella di una precisa scelta politica finalizzata ad un innovativo modello di turismo, che trovi il suo principale punto di riferimento nell’ambiente, la cui tutela e valorizzazione non solo farebbe della Sardegna un’isola sicura, ma ne garantirebbe anche una superiore qualità della vita. Questo caposaldo, unito ad una più efficace valorizzazione del nostro prezioso patrimonio storico, culturale e agroalimentare, tipico delle migliori tradizioni isolane, può rappresentare la chiave di volta per una nuova stagione del turismo in terra sarda. Penso quindi che mai come in questo momento ci sia bisogno di fermarsi per analizzare e progettare in maniera considerevole l’offerta e dare vita ad un piano vero.

Capisco che questa situazione ha destato non poche preoccupazioni per albergatori e per tutte le altre figure coinvolte nel turismo, le quali tuttavia dovrebbero utilizzare l’esperienza Covid-19 per mettere in atto migliori politiche turistiche locali a lungo termine, più intelligenti e sostenibili. Le recenti polemiche relative alla “calata dei milanesi” nelle seconde case, circostanza che ha irritato soprattutto i residenti, cosa sta a significare? Credo sia interessante sottolineare come per tutte queste persone la Sardegna rappresentasse un’oasi di sicurezza: perciò hanno affrontato un non facile viaggio e pur sapendo di dover fare la quarantena. Questo ci deve far riflettere e su quanto possa essere attrattiva una terra che, viste le esperienze che stiamo vivendo, ci consente di lavorare e vivere a distanza. La scelta di un viaggio sarà influenzata dal sovraffollamento di alcune località, questo farà si che cresceranno le scelte di destinazioni minori. Si cercheranno spiagge insolite, borghi, paesi di montagna, cittadine di provincia. I periodi di vacanza saranno dilatati, non più tutti ad agosto. Anche questa è una grande opportunità per il famoso “allungamento della stagione”. Un buon punto di partenza in tal senso è rappresentato dal fatto che, in reazione alla criticità dell'attuale situazione, molti operatori del settore turistico in Sardegna (finalmente ragionando insieme) stanno cercando di elaborare una strategia comune legata all’accoglienza, con la predisposizione di un protocollo tale da consentire alle strutture ricettive e a quelle dei servizi di riaprire l’attività garantendo alla clientela sicurezza e qualità. Sarà anche per il ramo ricettivo un nuovo modo di vivere la prossima stagione. Qualcuno forse nell'immediato deciderà di tenere chiuso, non potendo magari contare su una struttura compatibile con le nuove esigenze, oppure perché non lo troverà economicamente vantaggioso, considerata la durata esigua di questa annata turistica e confidando infine che forse dall'anno prossimo tutto tornerà come prima. Ragionando in tal modo avremo perso questa nuova opportunità.

* amministratore Sardegna travel, già assessore regionale al Turismo
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