Per le Associazioni ecologiste ricorrenti Stefano Deliperi
22 febbraio 2004
Gli ecologisti contro la caccia in deroga
Inoltrato alla Commissione Europea il ricorso contro il decreto approvato dal Consiglio regionale della Sardegna che riaprirebbe la caccia

Le associazioni ecologiste Amici della Terra, Lega per l´Abolizione della Caccia, Gruppo d´Intervento Giuridico, Movimento U.N.A. e Lega Anti-Vivisezione hanno inoltrato alla Commissione europea ed al Governo ricorso contro il decreto Assessore regionale difesa ambiente n. 3/V del 18 febbraio 2004 di attuazione della legge regionale n. 2/2004 approvata a maggioranza dal Consiglio regionale per consentire la c. d. caccia in deroga. Essi, infatti, viola le normative comunitarie in materia (direttiva n. 79/409/CEE e direttiva n. 92/43/CEE) nonchè la normativa nazionale vincolante (legge n. 157/1992) quando permette potenzialmente la c. d. caccia in deroga a carico di qualsiasi "specie di fauna omeoterma" che produca danni in agricoltura a mero giudizio dell´Assessore regionale della difesa dell´ambiente (sentito l´Assessore regionale dell´agricoltura) senza alcun parere di istituti tecnico-scientifici competenti in materia di gestione del patrimonio faunistico. In pratica - magari per accattivarsi i cacciatori - l´assessore di turno può - magari sotto elezioni - aprire la caccia al Cervo sardo con la scusa che mangia il foraggio.....
Lo scontato decreto assessoriale di attuazione, invece, senza alcuna giustificazione scientifica ha aperto la caccia potenzialmente a ben 6 milioni di esemplari di tordo bottaccio, tordo sassello, storno, passera sarda e passera mattugia. Ovviamente non esistono valutazione dei pretesi "gravi danni" alle coltivazione (in particolare il mirto... che viene raccolto fra novembre e dicembre), nè vengono tentati metodi alternativi (come richiede la normativa comunitaria). Al Governo è stato richiesto di proporre ricorso alla Corte costituzionale e di annullare l´illegittimo decreto assessoriale per evitare responsabilità in sede comunitaria, alla Commissione europea - invece - è stato richiesto di aprire una procedura di infrazione per violazione della direttiva n. 79/409/CEE e della direttiva n. 92/43/CEE.
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