Commenti positivi dall´associazione ambientalista per la circonvallazione di Alghero, ribattezzata “degli ulivi”. «Circa 150 di queste piante, dopo l´espianto, saranno messe a nuova dimora in terreni di proprietà comunale», commenta con soddisfazione il delegato del Wwf Italia per la Sardegna Carmelo Spada
ALGHERO - In questi giorni, sono iniziati i lavori della nuova circonvallazione sud di Alghero
[LEGGI], sul cui tracciato insistono centinaia di alberi di ulivo. In questa prima fase, sono iniziati i lavori d’espianto degli ulivi per essere ricollocati in altri terreni. E’ anche previsto che, circa 150 di queste piante, vengano messe a nuova dimora in terreni di proprietà comunale. «Questa è certamente una buona notizia ed è la giusta coniugazione e mitigazione degli impatti tra la realizzazione di un’opera pubblica e la salvaguardia del patrimonio di alberi della fascia olivetata che cinge la città di Alghero, - afferma Carmelo Spada delegato del Wwf Italia per la Sardegna – infatti, sin dall’inizio della progettazione dell’opera pubblica, questa soluzione è stata la nostra richiesta e il nostro auspicio, perché gli ulivi rappresentano un importante patrimonio ambientale, storico, culturale ed economico di Alghero».
«La fascia olivetata - spiega Spada - che si sviluppa intorno alla città e nella campagna storica di Alghero ha visto i primi significativi impianti di olivi sin dal 17esimo secolo, quando gli spagnoli dominatori della Sardegna incentivarono l'olivocoltura facendo innestare gli spontanei olivastri. In questa direzione, nel 1625, venne emanata l'ordinanza del viceré don Giovanni Vivas che obbligava i sudditi ad innestare ogni anno dieci olivastri. Per realizzare tale politica vennero inviati dalla Spagna esperti innestatori che diffusero la tecnica. Tali provvedimenti, unitamente all’operosa presenza in Alghero dei gesuiti, ebbero il pregio di incrementare nel territorio questa coltura».
«Seppure così radicata nel secoli, la sorte recente dell'olivo presenta una situazione preoccupante; infatti, si ritiene che delle 500mila piante di olivo esistenti sino agli Anni Cinquanta del secolo scorso, almeno 150mila siano state abbattute nell'espansione urbanistica della città. Se permanesse tale ritmo di distruzione, nel volgere di pochi decenni, “la piccola Amazzonia” che ancora cinge la città di Alghero rischierebbe un’ulteriore drastica riduzione. Oggi, spetta agli urbanisti e alla classe dirigente il compito di elaborare il Piano urbanistico comunale per indirizzare lo sviluppo futuro della città in direzione sempre più sostenibile e il nostro auspicio - conclude il delegato regionale del Wwf - è quello di una pianificazione lungimirante che faccia salvi i valori dell’ambiente, della qualità della vita prevedendo anche misure stringenti di salvaguardia attiva degli ulivi e interventi mirati solo in caso di estrema necessità per pubblico interesse».