Sette consiglieri di Opposizione presentano una mozione per far chiarezza sulla situazione relativa all’operazione finanziaria approvata nel 2005 e modificata l’anno successivo, dalla Giunta Tedde
ALGHERO – Questa mattina, nella Sala Rossa di Via Columbano, Vittorio Curedda, Gianni Cherchi, Enrico Daga, Valdo Di Nolfo, Angelo Piras, Gavino Scala e Matteo Tedde, hanno presentato una mozione consiliare relativa a un’importante operazione finanziaria che ha preso il via nel 2005 ed è stata poi modificata un anno dopo. «Per risolvere la situazione, potremmo rivolgerci alla Corte dei Conti, ma, per responsabilità politica, preferiamo portare questo documento in Consiglio, perché tutti si devono prendere le proprie responsabilità». Si tratta di un contratto per operazioni su strumenti finanziari derivati “Interest Rate Swap”, denominato “Irs Purple Collar”, stipulato con il Monte dei Paschi di Siena, per un importo di oltre 21milioni di euro, con scadenza fissata per il 2023. Dopo un anno, l’Amministrazione Comunale ha modificato il contratto, chiudendo i rapporti con il Monte dei Paschi e rivolgendosi alla Banca Nazionale del Lavoro, dilatando ulteriormente al scadenza di sette anni (fissata ora al 2030) ed aumentando l’importo dell’operazione, fino a quasi 35milioni di euro (più tredicimilioni rispetto al precedente). L’ultima negoziazione ha portato oltre unmilione trecentomila euro di ulteriori costi per il Comune. Si tratta, in pratica, di un’operazione collegata ai debiti risalenti a diversi mutui accesi con diversi istituti di credito, estinti e riaccesi in forma unica. I consiglieri di Opposizione, chiedono al sindaco ed alla Giunta, l’impegno a conferire entro un mese l’incarico ad un esperto o ad un pool di esperti del settore, per valutare l’entità e le caratteristiche dei rischi ai quali il Comune è stato sottoposto con la stipula del contratto e le conseguenze in caso di un eventuale recesso. Inoltre, chi verrà nominato non dovrà essere in nessun modo riconducibile alla Bnl. Secondo Curedda, capogruppo dell’Opposizione, gli strumenti economici utilizzati dall’Amministrazione Comunale sono «insufficienti e pericolosamente utilizzati, perché possono dare brutte sorprese alla comunità». Oltretutto, Curedda, rivendicando la funzione di controllo della sua parte politica, sottolinea come l’operazione sia rimasta nascosta. «Non solo stiamo lasciando debiti ai nostri figli – ha concluso – ma anche ai nostri nipoti». La parola è quindi passata a Matteo Tedde, principale relatore della mozione e, soprattutto, delle componenti economiche della vicenda.

«Con questa operazione, ci si tutela per le variazioni dei tassi d’interesse, collegando al debito un contratto di finanza derivata. In questo modo – ha chiarito Tedde – l’Amministrazione Comunale pensa di assicurarsi, ma, in realtà, è una scommessa legata all’andamento dell’Euribor, un tasso d’interesse bancario trimestrale)». Praticamente, in base al suo andamento, la banca paga la differenza all’Amministrazione o viceversa. «Non c’è sicurezza – ha sottolineato Tedde – perché se è già difficile immaginare l’andamento dei tassi nel breve-medio periodo, figuriamoci sul lungo». Per Tedde, l’Amministrazione Comunale non ha nessuno che può monitorare l’operazione e si deve fidare della Bnl. «E’ un contratto che vive di vita propria – ha proseguito – e l’Amministrazione potrebbe venderlo in qualunque momento, come un titolo azionario, che però è meno rischioso. Questo è un prodotto costruito a tavolino sulla situazione globale, con l’andamento dettato dai prodotti finanziari sottostanti». Si è ricordato come il Comune di Tempio, con la stessa operazione, abbia perso settantaquattromila euro in due anni. Invece, niente si sa della situazione algherese, con l’Opposizione che chiede quindi chiarezza sulla situazione. In più, è stato spiegato, in caso di collassamento dello Swap, ci sarebbe il dissesto finanziario per il Comune di Alghero, che non potrebbe far fronte alle conseguenze. Questo tipo di operazione, attuata da oltre novecento amministrazioni comunali, provinciali e regionali, in diversi casi, sono state cause di dissesto o, quanto meno, hanno creato grandi problemi in questo settore. «Non conosciamo i motivi per aver fatto un’operazione del genere, visti i rischi ed i disincentivi». «Se già nel 2005 ci si è accorti che il contratto non andava bene – si chiede Daga – perché se n’è dovuto rinegoziare un altro con nuovi oneri? Ma che tipo di convenienza c’era?». Sia Daga che Tedde, membri della Commissione Bilancio, si lamentano di essere stati lasciati all’oscuro di tutto. Per Matteo Tedde la malattia era molto meno pericolosa della cura, cioè, semplicemente, l’Amministrazione avrebbe dovuto pagare i singoli mutui ed i relativi interessi, senza ulteriori operazioni. «E’ come comprare a scatola chiusa o come giocare alla lotteria coi soldi della gente» ha sottolineato invece Gavino Scala. «La responsabilità politica è del “nostro caro sindaco del 65percento dei voti”» sottolinea Valdo Di Nolfo, ricordando come, per un “gioco del genere”, il Comune di Taranto è fallito. «Per amore della mia città – ha proseguito – spero che ciò non accada, ma evidentemente, il sindaco ha molto meno amore di me». Di Nolfo ha quindi concluso ricordando che martedì prossimo, la trasmissione televisiva di RaiTre “Report”, tratterà proprio l’argomento dei rischi derivanti da questo tipo di operazioni finanziarie. Angelo Piras, sottolineando l’eccessiva spregiudicatezza nell’utilizzare soldi pubblici, ha invece puntato il dito sulla «mancata competenza di persone che dovrebbero conoscere bene il mercato finanziario. Anche quando si è stipulato il primo contratto, eravamo già in un periodo di inabilità, iniziato nel 2000». Un argomento che ha trovato d’accordo Curedda, che ha concluso sottolineando come «la gestione della cosa pubblica da parte dell’attuale Amministrazione Comunale, non viene fatta col senso del buon padre di famiglia». Ora, la parola passa all’aula del Consiglio Comunale.
Nella foto: Un momento dell’incontro di questa mattina