Il romanzo in sardo "S´intelligèntzia de Elias" sarà presentato ad Alghero, il 5 novembre. L’evento, curato dalla libreria Il Labirinto Mondadori in collaborazione con Ass. Alghenegra, la Plataforma per la Llengua e l’Obra cultural de l’Alguer, si terrà nei locali della Biblioteca Catalana
ALGHERO - La libreria Il Labirinto Mondadori in collaborazione con Ass. Alghenegra, la Plataforma per la Llengua e l’Obra cultural de l’Alguer presenta il libro di Giuseppe Corongiu "S'intelligèntzia de Elias", sabato 5 novembre, alle ore 17.30 presso la Biblioteca Catalana, via Arduino n. 48. L'autore dialogherà con Francesc Ballone. Thriller distopico ambientato nel 2038, l’isola in un futuro inquietante governata da una intelligenza artificiale, un giornalista fallito che indaga sulla misteriosa morte di una ragazza trovata cadavere nel capoluogo isolano, in un sottopassaggio dell’Asse mediano di Cagliari. Questi gli elementi chiave del nuovo libro di Corongiu, scritto in limba sarda e pubblicato da Janus Editore.
Nato a Laconi, classe 1965, da una vita a Cagliari, Giuseppe Corongiu stavolta immagina una Sardegna nel bel mezzo della rivoluzione intercontinentale basata sui nuovi apporti tecnologici dell’intelligenza artificiale. Corongiu fa un uso moderno della lingua, discendente diretta della tradizione del sardo illustre letterario, filtrata dalla ortografia adottata dalla Regione nel 2006 con la Limba sarda comuna. Impegnato da sempre nel movimento linguistico e identitario della Sardegna, Corongiu si è occupato in prima persona di politiche linguistiche regionali, dal 2004 al 2014.
Dirigente della Pubblica amministrazione, giornalista, traduttore, è autore di numerosi studi, opere politiche e saggi sulla difesa e promozione delle minoranze linguistiche. Con questo romanzo, “S’intelligèntzia de Elias”, è alla sua seconda prova nel campo della narrativa in lingua sarda dopo l’uscita nel 2019 di “Metropolitània e àteros contos tòpicos, distòpicos e utòpicos” con cui già aveva affrontato tematiche contemporanee e futuribili, ricorrendo a calzanti neologismi in limba, a dimostrazione che il sardo è una lingua viva e vegeta e sempre in movimento come qualsiasi altra lingua del mondo.