Cor
14 novembre 2023
Falesia Punta Giglio, nuovo esposto in Ministero
Nuovo esposto contro i lavori di mitigazione del rischio frana sulle falesie di Punta Giglio. Lo hanno inviato Italia Nostra, Punta Giglio libera, Earth gardeners, "Siamo tutti importanti" al ministero dell’Ambiente e all’assessorato regionale

ALGHERO - Non c'è pace a Tramariglio per i vertici del Parco Regionale di Porto Conte. Nuovo esposto contro i lavori di mitigazione del rischio frana sulle falesie di Punta Giglio. Lo hanno inviato le associazioni Italia Nostra , Punta Giglio libera, Earth gardeners, Siamo tutti importanti al ministero dell’Ambiente e all’assessorato regionale: vengono segnalate le incongruenze emerse dall’esame degli elaborati tecnici acquisiti solo di recente, dopo una formale richiesta di accesso agli atti. In particolare le associazioni sottolineano come siano «sostanzialmente ignorate» le dettagliate prescrizioni di tutela del bene naturale dettate con due distinti pareri dal Ministero e dalla Regione in merito alle modalità di esecuzione dei lavori (l’obbligo di recupero dei materiali rocciosi disgaggiati e abbattuti per impedirne il deposito nei fondali marini, l’imposizione di speciali precauzioni per evitare il coinvolgimento dell’ambiente acqueo prospiciente le falesie, l’adozione di particolari misure a protezione della componente naturalistica).
«A detta degli stessi progettisti e soprattutto a detta del Servizio distrettuale idrografico regionale – proseguono gli ambientalisti – la finalità progettuale della mitigazione del rischio non sarebbe conseguibile a fine lavori a causa della natura stessa della falesia e per la molteplicità delle linee di frattura e dei potenziali punti di distacco. I fenomeni evolutivi di una falesia “viva” non sono infatti per loro stessa natura prevedibili con sufficienti margini di sicurezza. Non sussiste dunque alcuna garanzia che a lavori ultimati possa essere rivista la classificazione Hg4 (alta pericolosità di frana) imposta dal Piano di assetto idrogeologico, né che sia rimossa l’interdizione alla navigazione nella fascia dei 200 metri disposta nel 2015 dalla Capitaneria di porto. La soluzione più efficace e non impattante non può che essere quella dell’Opzione zero ovvero la scelta della “non interferenza” con i fenomeni naturali in atto, conservando le misure di sicurezza che di fatto azzerano il rischio».
Per concludere, «le Associazioni rilevano che, seppure in assenza di simulazioni degli effetti degli interventi, le tavole di progetto dimostrano in modo inequivoco che le caratteristiche morfologiche, l’aspetto esteriore e l’immagine stessa della falesia non potrebbero che risultare profondamente compromessi dalle demolizioni, dalle reti di protezione, dai tiranti e dalle uni metalliche. In altri termini a lavori ultimati la falesia risulterebbe irreversibilmente “sfregiata”, senza che la comunità possa peraltro averne alcun beneficio». Le Associazioni sottolineano infine «i gravi deficit decisionali determinati dall’autoreferenzialità del management dell’Ente Parco e resi manifesti dall’omesso coinvolgimento dei portatori di interesse nel procedimento amministrativo, dall’assenza di un’adeguata informazione all’Assemblea del Parco, dal mancato riconoscimento del ruolo della Commissione di Riserva dell’Area Marina Protetta, che avrebbe dovuto assumere un ruolo rilevante nella valutazione di un progetto che ha come fulcro la gestione dell’ambiente marino, e che invece non è stata neppure consultata».
|