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A Sassari e Alghero l´album di Federi Sirianni
Dopo i due concerti di Cagliari ed Olbia il cantautore genovese sarà il 5 maggio a Sassari, Il vecchio Mulino, e il 7 maggio ad Alghero, Lo Teatri, per altri due concerti di presentazione del suo nuovo album

ALGHERO - La promessa della felicità di Federico Sirianni canta di una condizione e di un destino in cui l’affanno del cuore e l’incertezza della mente sembrano sciogliersi solo nel compiersi improvviso di un’attesa, nella ricchezza di piccole gioie quotidiane. Di canzone in canzone, come stazioni di una possibile via di redenzione nella ricerca di un’esistenza che quanto meno ci assomigli, si leva così un sommesso ma potente cantico su un sentimento e un’attitudine universali che cadenzano i giorni degli esseri umani, dominati da una tensione impossibile a risolversi in un abbraccio definitivo e sospinti sempre oltre: la linea dell’orizzonte di fronte come anche la gioia di un momento o il rinnovarsi di antiche pene.
L’album prende il titolo dal brano omonimo che, votato nel 2024 tra le cinque migliori canzoni dell’anno dalla Giuria del Premio Tenco, ha poi tracciato il cammino e preparato il terreno alle altre canzoni che si dispongono come tessere di un unico mosaico, interamente dedicato alle molteplici declinazioni della felicità. Anche in questo lavoro Federico Sirianni, indicato da Bruno Lauzi come “il vero erede della storica scuola genovese”, si muove pertanto in senso contrario alla direzione dettata da mode e algoritmi, per privilegiare l’incontro tra musica e parole in una narrazione di grande respiro.
Con la direzione artistica di Michele Gazich, l’album si caratterizza per un impianto intimo e risolutamente acustico che, tra pianoforte, chitarra ed archi, assume un andamento delicatamente orchestrale: un viaggio musicale di dolcezza e contemplazione secondo segrete affinità elettive, in parte svelate dalla presenza nel disco di Rafa Gayol, storico batterista di Leonard Cohen. Nell’album della sua piena maturità artistica, Sirianni ci consegna così l’augurio di una rivoluzione gentile come unico antidoto alla brutalità di un mondo in rovina, senza mai cedere a raffigurazioni banalmente consolatorie, come suggerito anche dai dipinti di Romina Di Forti che aggiungono altri colori e nuove sfumature al racconto di questa sempre aperta e sofferta tensione verso la felicità.
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