red
5 maggio 2004
Al Chiostro di San Francesco Maria Lai e Antonio Marras
Lunedì 10 maggio conferenza della Facoltà di Architettura dal titolo “Sguardo, Opera, Pensiero”

“Se l´arte nasce dal corpo e ogni opera chiede di vivere di corpo in corpo all´infinito, l´atto di cucire un abito diventa metafora del fare arte. Fantasia, abilità, strumenti per costruire qualcosa che altri possano indossare, fare proprio, per il bisogno di diventare altro da se e di raccontare il proprio tempo.” Maria Lai nasce ad Ulassai nel 1919. Nel 1939 lascia la Sardegna per iscriversi al Liceo
Artistico di Roma. Determinanti per la sua formazione diventano gli incontri con lo scrittore
Salvatore Cambosu a Cagliari, con Marino Mazzacurati a Roma, e poi quello con Arturo
Martini e Alberto Viani al corso di scultura dell’accademia di belle arti di Venezia frequentato dal 1943 al 1945. Negli anni Settanta si verifica un importante mutamento nella ricerca artistica
di Maria Lai, la sperimentazione si estende a nuove materie e nuovi linguggi: telai, libri e tele cucite, piani e terracotte, fino alla partecipazione alla Biennale di Venezia nel 1978. Con gli anni Ottanta la ricerca sui segni e sui materiali assume una più accentuata connotazione ambientale.
È del 1981 il suo fondamentale intervento: “Legarsi alla montagna” ad Ulassai (NU). Del 1983: “La disfatta dei varani” a Camerino e “L’alveare del poeta” ad Orotelli (NU).
Negli anni Novanta partecipa a numerose mostre nazionali ed internazionali, mentre proseguono le sue operazioni sul territorio: “La strada del rito”, “Le capre cucite”, e “La scarpata” ad Ulassai
nel 1992; “L’albero del miele amaro” a Siliqua (CA), nel 1997; “Su logu de s’iscultura” a Tortolì (NU), nel 1998. Nel 1999 l’intervento “Proiezione” nella piazza della chiesa di Santa Barbara a Sinnai (Ca) e “Olio di parole I” nel museo dell’Olio della Sabina di Castelnuovo di Farfa (RI). L’ultimo suo intervento è del 2000: “La fonte Serafina” nel Cortile dell’abbazia di
Farfa (RI).
Antonio Marras è nato ad Alghero nel 1961. Nel 1996 debutta nell´Alta Moda iniziando una serie di viaggi nella tradizione, una rivisitazione individuale ed orgogliosa di ricordi collettivi: le donne che emigrano in Argentina, le donne di miniera o le creature emerse da un Medioevo rivissuto nella memoria. Nel 1999 Antonio Marras presenta la prima collezione di prêt-à-porter che porta il suo nome. Vi confluiscono tutti i temi della sua ricerca: la decostruzione della forma,
l´ornamento interpretato come elemento simbolico, la seduzione del viaggio e dell´incontro con altre culture, lo struggimento della memoria e della nostalgia. Temi che trovano pieno sviluppo
nel “Laboratorio”, vera stanza segreta della creatività. Antonio Marras fa della sfilata un momento di sperimentazione, un palcoscenico per eventi sorprendenti e imprevedibili, in cui gli abiti
interagiscono con un décor fortemente evocativo. Dalla passerella il suo sguardo si sposta a esplorare l´instabile territorio fra la moda e l´arte, con la realizzazione di installazioni e performance, da solo o in collaborazione con altri artisti.
Dal settembre 2003 disegna, oltre al proprio marchio, la linea donna di Kenzo: un incontro che nasce da quella combinazione di nomadismo intellettuale e senso delle proprie origini che condivide
con lo stilista giapponese. Come quelle di Kenzo, anche le creazioni di Marras nascono infatti da un doppio senso di appartenenza, dal vivere in bilico tra eredità, storie, tradizioni diverse.
|