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16 agosto 2008
Time in Jazz pianta le tende per due giorni a Sassari
Domenica e lunedì la seconda edizione di Time in Sassari. Il quartetto Alborada, Mark Feldman e Sylvie Courvoisier, Nguyên Lê e Dhafer Youssef tra i nomi in cartellone

SASSARI - Mandata in archivio a Berchidda l’edizione numero ventuno del suo festival, Time in Jazz pianta le tende per due giorni a Sassari. Rinnovando la formula collaudata con successo l’estate scorsa, grazie al contributo del Comune, domenica e lunedì va infatti in scena la seconda edizione di Time in Sassari: due giornate di musica (e non solo) in continuità con la riuscita kermesse berchiddese. Protagonisti dei concerti, diversi “reduci” delle sette giornate di Time in Jazz, ma con alcune novità rispetto al programma già annunciato.
L’epicentro è nella Piazza del Palazzo Ducale, “teatro” dei concerti serali (tutti ad ingresso gratuito). Ma non mancheranno due puntate “extra moenia”, a Ittireddu e a Osilo. Il primo appuntamento in cartellone è proprio nel paese a una quindicina di chilometri da Sassari: domenica pomeriggio, alle 18, nella chiesa di Babbu Eternu, è di scena il quartetto d'archi Alborada, ovvero Anton Berovski e Sonia Peana ai violini, Nico Ciricugno alla viola e Piero Salvatori al violoncello. A Osilo (come già sette giorni prima a Olbia per Time in Jazz), l'ensemble presenta “Ethos”, titolo (e repertorio) del suo recente disco in cui fonde, come scrive Paolo Fresu (ideatore e direttore artistico di Time in Jazz) nelle sue note di copertina, “il misticismo di Arvo Pärt con il minimale di Michael Nyman, la latinità di Villa Lobos e di Federico Mompou con le geometrie di Karl Jenkins”, passando attraverso le composizioni originali scritte dagli stessi componenti del gruppo.
A Sassari, in serata, i riflettori si accendono per la prima volta sul palco nella Piazza del Palazzo Ducale: aprono, alle 21:30, i Viento Rojo, l'ottetto formato dai migliori allievi dell’ultima edizione dei Seminari Jazz di Nuoro. Dopo aver tenuto banco nelle notti berchiddesi come gruppo residente al jazz club del festival, Angiolina Staffiere (voce), Andrea Mocci (sax), Francesco Lento (tromba), Matteo Pastorino (clarinetto), Andrea Cocco (pianoforte e fisarmonica), Bartolomeo Barenghi (chitarre), Andrea Ambrosi (contrabbasso) e Roberto Giaquinto (batteria) presentano al pubblico sassarese il loro repertorio: brani originali scritti e arrangiati su misura delle caratteristiche e del background musicale di ciascun componente, ma all'impronta di un'unità stilistica di tutte le composizioni.
Chiudono la serata il violinista americano Mark Feldman e la pianista svizzera Sylvie Courvoisier, anche loro già applauditi nei giorni scorsi a Berchidda: due autentici virtuosi impegnati a indicare nuove direzioni per la più classica coppia di strumenti e a disegnare i tratti di una possibile musica da camera del futuro. Lirismo, inventiva, energia, sono le frecce nell'arco di questo affiatatissimo duo, attivo da una decina d'anni, che propone composizioni proprie e musiche di John Zorn. Lunedì mattina (18 agosto), nuovo impegno per il quartetto d'archi Alborada, stavolta a Sassari e in compagnia di un ospite d'eccezione: Paolo Fresu alla tromba e al flicorno. Il loro concerto, previsto alle 11 nella Casa circondariale di San Sebastiano, per motivi organizzativi si terrà invece in un altro spazio socialmente significativo ma ancora da stabilire.
Nel pomeriggio, alle 18, altra tappa fuori le mura, a Ittireddu (a una cinquantina di chilometri da Sassari): nella chiesa di San Giacomo suona l'Aghera Quartet, già protagonista tre giorni prima del “Concerto aperitivo” nella matinée di Ferragosto a Berchidda.
Il rientro a Sassari ha in programma, alle 20:30 nella Piazza del Palazzo Ducale, la presentazione de “La Sardegna di dentro” e “La Sardegna di fuori”, due volumi firmati dal giornalista Giacomo Mameli in un cofanetto edito dalla CUEC. Poi, spazio agli ultimi concerti. Si comincia, alle 21:30, con “Homescape”, il progetto del chitarrista franco-vietnamita Nguyên Lê con il cantante e suonatore di oud tunisino Dhafer Youssef. Chiude la serata e la due giorni di Time in Sassari, “Requiem for a dying planet”, il cine-concerto con le musiche dal vivo e le immagini dei film di Werner Herzog “The White Diamond” e “The Wild Blue Yonder”. C'è però una variazione nell'organico annunciato: con le cinque voci del Cuncordu e Tenore di Orosei e il cantante senegalese Mola Sylla, non ci sarà Ernst Reijseger: trattenuto in patria da motivi familiari, il violoncellista olandese verrà rimpiazzato da Paolo Fresu.
Nella foto Paolo Fresu, direttore artistico
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