Red
21 ottobre 2008
Dromos: “l´ànima de l’Alguer” a Paulilatino
Giovedì 23 brilla la stella di Marc Ribot. Venerdì 24 spazio al cine-concerto “Pregàries”, racconto per immagini della città di Alghero, con Franca Masu, di Bonaventura, Girotto, Maltana, Soler e Ildamaem Quartet

ALGHERO - Coda autunnale per Dromos. Dopo il ricco cartellone di concerti (e non solo) dello scorso luglio a Oristano, Nurachi e San Vero Milis, il festival organizzato dall'omonima associazione culturale rispetta l'appuntamento già annunciato a suo tempo per questo mese di ottobre, e pianta le tende per due serate a Paulilatino (OR).
Giovedì 23, al Teatro "Grazia Deledda", ore 21.30, brilla la stella di Marc Ribot, uno dei chitarristi più originali e apprezzati degli ultimi due decenni. Classe 1954, nel suo curriculum conta collaborazioni con artisti come Wilson Pickett, Elvis Costello, Marianne Faithful e Tom Waits, accanto alle esperienze con i nomi di punta della scena “downtown” newyorkese e del jazz contemporaneo: Lounge Lizards, Arto Lindsay, Don Byron, Anthony Coleman, Evan Lurie, Bill Frisell, Fred Frith e soprattutto John Zorn. Nella sua vasta produzione, l'eclettico chitarrista americano spazia dalle riletture di standard classici alla sperimentazione più radicale, dagli omaggi al free jazz di Albert Ayler alla musica cubana, dal solo all’orchestra sinfonica.
Venerdì 24 spazio al cine-concerto “Pregàries”, racconto per immagini, quelle della città di Alghero di oltre mezzo secolo fa, accompagnate dalla musica dal vivo di un ensemble davvero speciale, guidato dalla splendida voce di Franca Masu: accanto alla cantante algherese, il bandoneon di Daniele di Bonaventura, la chitarra di Alessandro Girotto, Salvatore Maltana al contrabbasso, Roger Soler alle percussioni e gli archi dell'Ildamaem Quartet. La parte visiva dello spettacolo è costituita dai fotogrammi in bianco e nero di vecchi filmati girati ad Alghero fra la fine degli anni Quaranta e i primi Cinquanta: immagini ritrovate e rimontate, piccole ma preziose testimonianze dell'epoca nella cittadina catalana di Sardegna, dei suoi pescatori, della sua gente, della sua religiosità, soprattutto. “L'ànima de l’Alguer” è il sottotitolo del progetto, ed è proprio a questa essenza profonda che la musica si ispira: dapprima attraverso una carrellata di alcune melodie algheresi tradizionali, poi legandosi in sincronia alle immagini attraverso una colonna sonora originale eseguita dal vivo dall'ensemble al completo.
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