Grande preoccupazione negli ambienti politici e sanitari per le prospettive di sviluppo del polo sanitario di Alghero e Sassari. La precedente Giunta aveva stanziato parte dei finanziamenti neccessari per il nuovo nosocomio algherese. Decisioni non confermate però dall'attuale governo regionale
ALGHERO - A rischio gli
80 milioni di euro destinati al nuovo ospedale di Alghero e stanziati con la delibera dell’ottobre 2008 dalla precedente Giunta regionale guidata da Renato Soru. Già il mese scorso il capogruppo del Partito democratico, l'algherese
Mario Bruno, aveva invitato il neo assessore alla sanità Antonello Liori a prendere una posizione sulla struttura algherese dopo alcune affermazioni che rivelavano l’intenzione di rivalutare i progetti sugli impianti ospedalieri del "Piano Dirindin".
Da allora però, nessuna smentita, ma soprattutto nessun impegno da parte della Giunta Cappellacci per il rispetto del Piano Straordinario per gli investimenti tecnologici e sanitari della Sardegna, fortemente voluto dal precedente governo regionale. L'iter avrebbe dovuto portare all'appalto dei lavori entro il 2009, la speranza è che il territorio di Alghero non venga ulteriormente danneggiato.
La Preoccupazione che pian piano inizia a diffondersi nel mondo politico e sanitario, è confermata anche dalle dichiarazioni del sindaco di Sassari, Gianfranco Ganau, che ha espresso nei giorni scorsi il timore che venga penalizzato tutto il Nord Sardegna, e con esso gli importanti finanziamenti per le strutture ospedaliere di Sassari e Alghero.
La città di Alghero, infatti, attende da anni una nuova e più moderna struttura sanitaria, in grado di sopperire alle carenze strutturali del Civile, attivo dagli anni '50. Il Marino avrebbe dovuto continuare a svolgere la funzione di centro di eccellenza regionale nella riabilitazione, mentre l’attuale nosocomio della Pietraia, una volta realizzato il nuovo ospedale, avrebbe ospitato gli uffici del Distretto Sanitario, gli ambulatori, i servizi specialistici e le attività di supporto all’ospedale, compreso l’asilo nido per i figli dei dipendenti. Tutti progetti che potrebbero essere rimandati, non si sa per quanto tempo ancora.